Sembra tutto così chiaro.
L’obiettivo comune è di agire per cercare di proteggere ciò che rimane di questo nostro mondo.
Ogni azione va bene, purché finalizzata al raggiungimento di questo obiettivo condiviso e condivisibile.
Scienziati che inventano nuove realtà (nuovi prodotti, prodotti “vecchi” ma realizzati con materiali innovativi, nuove tecnologie, nuovi modi di produrre energia…), imprenditori che si impegnano per rendere più sostenibile l’impatto della propria azienda, comuni cittadini che modificano le proprie abitudini quotidiane per far sì che la propria impronta sia più leggera possibile.
Tutti coloro che hanno creduto e credono che agire per la sostenibilità sia di fondamentale importanza per la salvaguardia dell’umanità hanno in un modo o nell’altro cercato di agire per il bene comune, ciascuno in base alle proprie possibilità.
Qualche dubbio nasce dalla posizione presa dall’Italia in Commissione Ambiente UE in relazione al Regolamento Imballaggi di cui il Parlamento Europeo ha approvato con una forte maggioranza il testo.
Ora il testo approvato sta seguendo l’iter formale: giuristi, voto finale di Consiglio e Parlamento e in ultimo pubblicazione in Gazzetta. Presumibilmente l’iter terminerà entro fine anno.
Del testo approvato avevamo già parlato.
Quello che ci lascia perplessi è la rigida posizione presa dal Governo Italiano, unitamente a quello finlandese, in merito ai riuso.
Vero è che l’Italia è al primo posto in Europa in ottica riciclo e quindi il rischio di veder applicate sanzioni per il mancato raggiungimento di percentuali di riuso non può rendere certo felici ma perché una presa di posizione così marcata?
Non vogliamo certo addentrarci in questioni politiche ma ci chiediamo: cosa c’è di sbagliato a percorrere entrambe le strade? Possibile che una cosa debba escludere l’altra?
Riciclo e riuso sono due facce della stessa medaglia ed entrambe operano per il benessere del pianeta.
Possono essere percorse incrociandole o su binari separati e svilupparle entrambe può, a nostro avviso, essere solo un bene.
Sembra tutto così chiaro.
L’obiettivo comune è di agire per cercare di proteggere ciò che rimane di questo nostro mondo.
Ogni azione va bene, purché finalizzata al raggiungimento di questo obiettivo condiviso e condivisibile.
Scienziati che inventano nuove realtà (nuovi prodotti, prodotti “vecchi” ma realizzati con materiali innovativi, nuove tecnologie, nuovi modi di produrre energia…), imprenditori che si impegnano per rendere più sostenibile l’impatto della propria azienda, comuni cittadini che modificano le proprie abitudini quotidiane per far sì che la propria impronta sia più leggera possibile.
Tutti coloro che hanno creduto e credono che agire per la sostenibilità sia di fondamentale importanza per la salvaguardia dell’umanità hanno in un modo o nell’altro cercato di agire per il bene comune, ciascuno in base alle proprie possibilità.
Qualche dubbio nasce dalla posizione presa dall’Italia in Commissione Ambiente UE in relazione al Regolamento Imballaggi di cui il Parlamento Europeo ha approvato con una forte maggioranza il testo.
Ora il testo approvato sta seguendo l’iter formale: giuristi, voto finale di Consiglio e Parlamento e in ultimo pubblicazione in Gazzetta. Presumibilmente l’iter terminerà entro fine anno.
Del testo approvato avevamo già parlato.
Quello che ci lascia perplessi è la rigida posizione presa dal Governo Italiano, unitamente a quello finlandese, in merito ai riuso.
Vero è che l’Italia è al primo posto in Europa in ottica riciclo e quindi il rischio di veder applicate sanzioni per il mancato raggiungimento di percentuali di riuso non può rendere certo felici ma perché una presa di posizione così marcata?
Non vogliamo certo addentrarci in questioni politiche ma ci chiediamo: cosa c’è di sbagliato a percorrere entrambe le strade? Possibile che una cosa debba escludere l’altra?
Riciclo e riuso sono due facce della stessa medaglia ed entrambe operano per il benessere del pianeta.
Possono essere percorse incrociandole o su binari separati e svilupparle entrambe può, a nostro avviso, essere solo un bene.