Nell’articolo Formazione e sostenibilità abbiamo parlato della necessità di fare formazione per mettere le basi in un tema tanto complesso. Lo scopo finale è quello di consentire all’imprenditore di avere le conoscenze per strutturare un progetto di Economia circolare che sia in linea con gli obiettivi di circolarità e che porti al successo.
Non si tratta di semplici etichette da attaccare alle imprese, ma avviare un processo innovativo di cambiamento, il cui presupposto iniziale è avviare un vero processo di cambiamento.
Sempre nell’articolo Formazione e sostenibilità, abbiamo identificato le macro aree di intervento che possiamo riassumere in:
● analisi del fabbisogno
● analisi delle criticità produttive e della filiera
● gestione del progetto da un punto di vista di impatto ambientale
● comunicazione del progetto e coinvolgimento degli stakeholder e del top management
● le materie prime
● la post produzione
Le indicazioni dell’Unione Europea
L’Unione Europea ha sviluppato una serie di framework per identificare in modo più specialistico le competenze necessarie.
Questo consente alle imprese di analizzare la presenza delle conoscenze necessarie e nel caso svilupparle.
Sono tre le aree da sviluppare:
- Competenze tecniche, ovvero quelle competenze relative a compiti specifici in ciascuna professione.
- Competenze interdisciplinari generiche, ovvero quelle relative alle aree trasversali di conoscenza necessarie per svolgere qualsiasi occupazione;
- Competenze normative, cioè quelle abilità trasversali legate alla visione e ai valori necessari per supportare la transizione verso un modello di economia circolare.
Esiste inoltre, un modo diverso di vedere le caratteristiche della competenze, integrandole con il concetto stesso di circolarità.
Si tratta, cioè, di strutturarsi secondo la stessa Economia circolare:
- all’obiettivo di ridurre l’uso dei prodotti e materie prime per favorire, assoceremo competenze che aiutino questi processi.
- all’obiettivo di mantenere i prodotti e materiali nella massima utilità, assoceremo competenze che sappiano progettare prodotti con un ciclo di vita più lungo o sappiano lavorare i prodotti per il processo di recupero delle materie prime;
- infine quando siamo al fine vita di un prodotto, competenze che possano identificare o creare ulteriore valore
Quali competenze nello specifico?
Bisognerebbe considerare i diversi contesti in cui si vuole introdurre l’Economia circolare e quindi le specificità di ogni impresa, attività che può realizzare una società di consulenza che studiando il cliente, può strutturare una proposta di formazione e change management.
Ma possiamo fornire una prima prospettiva sulle base delle macro aree identificate:
- Design: progettazione, conoscenza dei materiali, cicli produttivi
- Ingegneria gestionale: economia, normativa, ingegneria di processo e ambientale
- Informatica: linguaggi di programmazione, conoscenza delle filiera produttiva
- Comunicazione: marketing, digital marketing, pubbliche relazioni
A questi vanno aggiunte specifiche legate al Project Management, team building, specifici software e metodologia di lavoro.
Conclusioni
L’introduzione dell’Economia circolare in una impresa implica un profondo lavoro di change management, di innovazione. Questo implica lo sviluppo di nuove competenze, conoscenze e un modo coerente di associare queste al progetto stesso.
La formazione, quindi, implica intervenire su diverse discipline umanistiche e scientifiche.
Inoltre, e ne parleremo, dello sviluppo del back office dell’impresa, cioè quelle aree che forniscono supporto alla stessa impresa, come la gestione del personale, gli uffici amministrativi, i consulenti.
Nell’articolo Formazione e sostenibilità abbiamo parlato della necessità di fare formazione per mettere le basi in un tema tanto complesso. Lo scopo finale è quello di consentire all’imprenditore di avere le conoscenze per strutturare un progetto di Economia circolare che sia in linea con gli obiettivi di circolarità e che porti al successo.
Non si tratta di semplici etichette da attaccare alle imprese, ma avviare un processo innovativo di cambiamento, il cui presupposto iniziale è avviare un vero processo di cambiamento.
Sempre nell’articolo Formazione e sostenibilità, abbiamo identificato le macro aree di intervento che possiamo riassumere in:
● analisi del fabbisogno
● analisi delle criticità produttive e della filiera
● gestione del progetto da un punto di vista di impatto ambientale
● comunicazione del progetto e coinvolgimento degli stakeholder e del top management
● le materie prime
● la post produzione
Le indicazioni dell’Unione Europea
L’Unione Europea ha sviluppato una serie di framework per identificare in modo più specialistico le competenze necessarie.
Questo consente alle imprese di analizzare la presenza delle conoscenze necessarie e nel caso svilupparle.
Sono tre le aree da sviluppare:
- Competenze tecniche, ovvero quelle competenze relative a compiti specifici in ciascuna professione.
- Competenze interdisciplinari generiche, ovvero quelle relative alle aree trasversali di conoscenza necessarie per svolgere qualsiasi occupazione;
- Competenze normative, cioè quelle abilità trasversali legate alla visione e ai valori necessari per supportare la transizione verso un modello di economia circolare.
Esiste inoltre, un modo diverso di vedere le caratteristiche della competenze, integrandole con il concetto stesso di circolarità.
Si tratta, cioè, di strutturarsi secondo la stessa Economia circolare:
- all’obiettivo di ridurre l’uso dei prodotti e materie prime per favorire, assoceremo competenze che aiutino questi processi.
- all’obiettivo di mantenere i prodotti e materiali nella massima utilità, assoceremo competenze che sappiano progettare prodotti con un ciclo di vita più lungo o sappiano lavorare i prodotti per il processo di recupero delle materie prime;
- infine quando siamo al fine vita di un prodotto, competenze che possano identificare o creare ulteriore valore
Quali competenze nello specifico?
Bisognerebbe considerare i diversi contesti in cui si vuole introdurre l’Economia circolare e quindi le specificità di ogni impresa, attività che può realizzare una società di consulenza che studiando il cliente, può strutturare una proposta di formazione e change management.
Ma possiamo fornire una prima prospettiva sulle base delle macro aree identificate:
- Design: progettazione, conoscenza dei materiali, cicli produttivi
- Ingegneria gestionale: economia, normativa, ingegneria di processo e ambientale
- Informatica: linguaggi di programmazione, conoscenza delle filiera produttiva
- Comunicazione: marketing, digital marketing, pubbliche relazioni
A questi vanno aggiunte specifiche legate al Project Management, team building, specifici software e metodologia di lavoro.
Conclusioni
L’introduzione dell’Economia circolare in una impresa implica un profondo lavoro di change management, di innovazione. Questo implica lo sviluppo di nuove competenze, conoscenze e un modo coerente di associare queste al progetto stesso.
La formazione, quindi, implica intervenire su diverse discipline umanistiche e scientifiche.
Inoltre, e ne parleremo, dello sviluppo del back office dell’impresa, cioè quelle aree che forniscono supporto alla stessa impresa, come la gestione del personale, gli uffici amministrativi, i consulenti.