In aggiunta all’Agenda 2030 che, con l’obiettivo 10 si rivolge a governi, stakeholder e imprese chiedendo l’impegno di ciascuno per l’eliminazione (la riduzione) delle disuguaglianze, le Nazioni Unite si rivolgono direttamente alle imprese di tutto il mondo, attraverso il Global Compact, incoraggiandole a creare un quadro economico, sociale e ambientale che miri a un’economia mondiale sana e sostenibile attraverso l’adozione e la condivisione di principi fondamentali relativi a diritti umani, standard lavorativi, tutela dell’ambiente e lotta alla corruzione.
Il 31 gennaio 1999, Kofi Annan, Segretario Generale delle Nazioni Unite, al Word Economic Forum diceva
“Vi invito, individualmente con le vostre imprese e collettivamente attraverso le vostre associazioni di categoria, ad abbracciare, supportare e implementare un insieme di valori chiave nelle aree dei diritti umani, standard del lavoro e pratiche ambientali”
Facendo seguito alle indicazioni condivise dall’Europa anche per le imprese Italiane, negli ultimi anni, sviluppare un ambiente lavorativo in linea con i principi alla base dell’Agenda 2030 e del Global Compact è diventato leva essenziale per la crescita e la promozione di efficienza e competitività.
Una Policy aziendale (Policy DE&I – Diversity, Equity & Inclusion) costruita secondo i principi delle indicazioni date dagli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030 è possibile? In che modo possono le imprese strutturarsi affinché i Principi elencati nel Global Compact diventino la base dalla quale far crescere la propria organizzazione? E quali vantaggi all’azienda che decide di strutturarsi in osservanza dei Principi di cui sopra?
Scrittura, adozione e implementazione di una policy che rispetti diversità, equità e inclusione così come l’autodiagnosi della situazione interna possono essere, oltre che i primi passi verso la scrittura del bilancio di sostenibilità, un’importante occasione per le imprese per creare positività nel luogo di lavoro e lungo la catena di fornitura, per attirare nuovi talenti e/o investitori e per aumentare la brand reputation e l’immagine dell’azienda acquisendo posizioni in un mercato in continua trasformazione.
Gli aspetti chiave di una Policy DE&I sono:
- si tratta di un impegno formale, possibilmente pubblico, dell’azienda
- il suo impatto positivo deve estendersi a tutta la linea di fornitura dell’azienda (non solo internamente ma esternamente – fornitori, clienti, partner, comunità)
- deve essere personalizzata sulla base dell’azienda che la adotta
- può essere adottata sia da grandi aziende che da PMI
- non ci si deve limitare alla stesura di un documento formale ma deve essere integrata nella cultura aziendale oltre che nei processi decisionali
- deve essere in linea con le normative di riferimento (europee e italiane).
Il percorso non termina con la scrittura della policy, e la revisione periodica, ma prosegue tramite l’applicazione della stessa all’interno dell’impresa e la strutturazione di azioni che ne verifichino l’applicazione (definizione di KPI, survay periodiche, meccanismi di segnalazione/reclamo, …). Per far si che la popolazione aziendale (ed esterna collegata) prenda coscienza di quanto scritto nella policy è necessario strutturare una corretta comunicazione e prevedere frequenti sessioni di formazione che sensibilizzino e coinvolgano i dipendenti al tema. Si tratta di un percorso in divenire, lungo e articolato che se supportato dalla presenza di professionisti qualificati garantisce all’impresa ottimi risultati (in ottica di compliance oltre che di tempo/risorse impiegate) e vantaggi competitivi di tutto rispetto.
In aggiunta all’Agenda 2030 che, con l’obiettivo 10 si rivolge a governi, stakeholder e imprese chiedendo l’impegno di ciascuno per l’eliminazione (la riduzione) delle disuguaglianze, le Nazioni Unite si rivolgono direttamente alle imprese di tutto il mondo, attraverso il Global Compact, incoraggiandole a creare un quadro economico, sociale e ambientale che miri a un’economia mondiale sana e sostenibile attraverso l’adozione e la condivisione di principi fondamentali relativi a diritti umani, standard lavorativi, tutela dell’ambiente e lotta alla corruzione.
Il 31 gennaio 1999, Kofi Annan, Segretario Generale delle Nazioni Unite, al Word Economic Forum diceva
“Vi invito, individualmente con le vostre imprese e collettivamente attraverso le vostre associazioni di categoria, ad abbracciare, supportare e implementare un insieme di valori chiave nelle aree dei diritti umani, standard del lavoro e pratiche ambientali”
Facendo seguito alle indicazioni condivise dall’Europa anche per le imprese Italiane, negli ultimi anni, sviluppare un ambiente lavorativo in linea con i principi alla base dell’Agenda 2030 e del Global Compact è diventato leva essenziale per la crescita e la promozione di efficienza e competitività.
Una Policy aziendale (Policy DE&I – Diversity, Equity & Inclusion) costruita secondo i principi delle indicazioni date dagli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030 è possibile? In che modo possono le imprese strutturarsi affinchè i Principi elencati nel Global Compact diventino la base dalla quale far crescere la propria organizzazione? E quali vantaggi all’azienda che decide di strutturarsi in osservanza dei Principi di cui sopra?
Scrittura, adozione e implementazione di una policy che rispetti diversità, equità e inclusione così come l’autodiagnosi della situazione interna possono essere, oltre che i primi passi verso la scrittura del bilancio di sostenibilità, un’importante occasione per le imprese per creare positività nel luogo di lavoro e lungo la catena di fornitura, per attirare nuovi talenti e/o investitori e per aumentare la brand reputation e l’immagine dell’azienda acquisendo posizioni in un mercato in continua trasformazione.
Gli aspetti chiave di una Policy DE&I sono:
- si tratta di un impegno formale, possibilmente pubblico, dell’azienda
- il suo impatto positivo deve estendersi a tutta la linea di fornitura dell’azienda (non solo internamente ma esternamente – fornitori, clienti, partner, comunità)
- deve essere personalizzata sulla base dell’azienda che la adotta
- può essere adottata sia da grandi aziende che da PMI
- non ci si deve limitare alla stesura di un documento formale ma deve essere integrata nella cultura aziendale oltre che nei processi decisionali
- deve essere in linea con le normative di riferimento (europee e italiane).
Il percorso non termina con la scrittura della policy, e la revisione periodica, ma prosegue tramite l’applicazione della stessa all’interno dell’impresa e la strutturazione di azioni che ne verifichino l’applicazione (definizione di KPI, survay periodiche, meccanismi di segnalazione/reclamo, …). Per far si che la popolazione aziendale (ed esterna collegata) prenda coscienza di quanto scritto nella policy è necessario strutturare una corretta comunicazione e prevedere frequenti sessioni di formazione che sensibilizzino e coinvolgano i dipendenti al tema. Si tratta di un percorso in divenire, lungo e articolato che se supportato dalla presenza di professionisti qualificati garantisce all’impresa ottimi risultati (in ottica di compliance oltre che di tempo/risorse impiegate) e vantaggi competitivi di tutto rispetto.