L’economia circolare è la risposta dell’Unione Europea anche nel campo del riciclo delle materie plastiche.
Con le circa 50 milioni di tonnellate/anno di plastica utilizzate nei paesi UE (30/40 kg di plastica/anno per ciascun cittadino UE solo per gli imballaggi), l’Unione Europea ha posto particolare attenzione alla gestione dei rifiuti che ne derivano.
Oggi delle 50 milioni di tonnellate di rifiuti solo circa 30 milioni vengono raccolti, i restanti si perdono tra i rifiuti non gestiti trasformandosi in inquinamento per terra e mari.
Come viene gestita la plastica raccolta?
Poco meno della metà è destinata al riciclo, più o meno il 40% finisce negli inceneritori e la parte restante viene inviata alle discariche.
Obiettivo della UE è quello di aumentare la percentuale del riciclo in quanto sia l’incenerimento, per via delle emissioni di CO2, sia le discariche non sono considerati sistemi di gestione sostenibili.
Dove viene gestita la plastica raccolta?
Fino a qualche anno fa una fetta significativa dei rifiuti di plastica esportati veniva spedita in paesi extra UE, prevalentemente in Cina.
Le recenti restrizioni all’importazione dei rifiuti da parte della Cina hanno modificato gli scenari costringendo la UE da una parte ad individuare destinazioni alternative dall’altra a una gestione più “casalinga”.
Da qui una duplice problematica.
- I nuovi paesi destinatari, nei quali le strutture che dovrebbero occuparsi della gestione dei rifiuti ricevuti sono spesso di piccole dimensioni, non registrate, senza standard di qualità e non sottoposte a controlli, spesso sono poco organizzati (ad esempio per mancanza di tecnologia ma anche per cultura) e i rifiuti vengono gestiti non in conformità con gli standard europei con conseguente danneggiamento per clima e ambiente.
- La UE non è ancora strutturata per gestire tutta la plastica che viene utilizzata e raccolta pur avendo fatto notevoli passi avanti con l’introduzione di nuove direttive per gli imballaggi e il Regolamento sulla spedizione dei rifiuti. Allo stato attuale delle cose solo circa il 75% della plastica raccolta viene gestita “in casa”.
Come viene utilizzata la plastica raccolta e riciclata?
Innumerevoli sono gli utilizzi che se ne possono fare.
Qui di seguito alcuni degli impieghi più comuni:
- Imballaggi e contenitori: bottiglie e/o sacchetti e pellicole
- Prodotti tessili: abbigliamento (il PET riciclato può essere trasformato in fibre sintetiche, come il poliestere, che vengono poi utilizzate per produrre vestiti, scarpe e accessori), tessuti tecnici (tappeti, tende, tappezzerie, e imbottiture per mobili o automobili)
- Materiali edili: pannelli isolanti, pavimentazioni e rivestimenti, tubazioni e materiali da costruzione
- Prodotti per l’arredo urbano e giardino: mobili da giardino (sedie, tavoli e panchine per esterni), attrezzature per parchi giochi (scivoli, altalene o altre strutture per parchi giochi)
- Pavimentazioni per campi sportivi
- Prodotti automobilistici: componenti interni (pannelli delle portiere, cruscotti o rivestimenti dei sedili), componenti esterni (paraurti o rivestimenti)
- Oggetti di uso comune: giocattoli, utensili da cucina, contenitori, vasi per piante
Sono molti gli utilizzi che si possono fare della plastica riciclata.
Qualche resistenza all’utilizzo è legata alla possibile presenza di rischi per la salute umana, rischi che tuttavia quasi si annullano se il riciclo, e il successivo utilizzo del prodotto ottenuto, viene gestito secondo le norme vigenti. Oltre a ciò bisogna considerare gli effetti positivi indiretti che l’uso della plastica riciclata ha sulla salute umana.
Benefici che inevitabilmente si legano a quelli ambientali. Effetti quali:
- La riduzione dell’uso di risorse naturali grazie alla diminuzione dell’estrazione di petrolio (utilizzando più plastica riciclata si riduce la domanda per nuova plastica, per produrre la quale è necessaria estrazione di petrolio) e al risparmio di energia (la produzione di plastica vergine richiede molta più energia rispetto alla lavorazione della plastica riciclata)
- La riduzione delle emissioni di gas serra sia in termini di emissioni legate alla produzione (riciclare la plastica richiede meno energia e genera minori emissioni rispetto a produrre nuova plastica) sia in riferimento al minor quantitativo di prodotto destinato a incenerimento e/o discariche
- La riduzione dei rifiuti plastici e dell’inquinamento (meno plastica destinata alle discariche e meno inquinamento nei mari)
- La promozione dell’economia circolare in termini di utilizzo di materiali già esistenti e di conseguenza minore richiesta di materie prime vergini
- La stimolazione di innovazione e occupazione. Stanno nascendo e si stanno sviluppando nuove tecnologie per il riciclo e per l’utilizzo del prodotto ottenuto, così come si assiste alla nascita di nuovi posti di lavoro legati all’industria del riciclaggio.
- La riduzione degli impatti sulla salute umana grazie alla riduzione delle microplastiche e delle sostanze tossiche disperse nell’ambiente
Quanto sopra, facendo bene all’ambiente fa conseguentemente bene alla specie umana sia a livello di salute che a livello sociale.
Come già espresso in altre occasioni, tutto è interconnesso.
Non si può pensare di affrontare una situazione senza avere conseguenze in altri ambiti.
Facendo bene ci sono buone possibilità che il bene si propaghi ma è necessario agire mantenendo una visione a 360°.
Quando si approcciano progetti legati al mondo della sostenibilità essere affiancati da un team di professionisti consente, oltre che di potersi avvalere dell’esperienza di personale specializzato, di non avere una mono-visione ma di vedere da diverse angolazioni trasformando, quando possibile, il progetto monodirezionale in un progetto che abbraccia diversi aspetti della vita aziendale ottenendo in questo modo benefici diversificati a vantaggio di tutti.
L’economia circolare è la risposta dell’Unione Europea anche nel campo del riciclo delle materie plastiche.
Con le circa 50 milioni di tonnellate/anno di plastica utilizzate nei paesi UE (30/40 kg di plastica/anno per ciascun cittadino UE solo per gli imballaggi), l’Unione Europea ha posto particolare attenzione alla gestione dei rifiuti che ne derivano.
Oggi delle 50 milioni di tonnellate di rifiuti solo circa 30 milioni vengono raccolti, i restanti si perdono tra i rifiuti non gestiti trasformandosi in inquinamento per terra e mari.
Come viene gestita la plastica raccolta?
Poco meno della metà è destinata al riciclo, più o meno il 40% finisce negli inceneritori e la parte restante viene inviata alle discariche.
Obiettivo della UE è quello di aumentare la percentuale del riciclo in quanto sia l’incenerimento, per via delle emissioni di CO2, sia le discariche non sono considerati sistemi di gestione sostenibili.
Dove viene gestita la plastica raccolta?
Fino a qualche anno fa una fetta significativa dei rifiuti di plastica esportati veniva spedita in paesi extra UE, prevalentemente in Cina.
Le recenti restrizioni all’importazione dei rifiuti da parte della Cina hanno modificato gli scenari costringendo la UE da una parte ad individuare destinazioni alternative dall’altra a una gestione più “casalinga”.
Da qui una duplice problematica.
- I nuovi paesi destinatari, nei quali le strutture che dovrebbero occuparsi della gestione dei rifiuti ricevuti sono spesso di piccole dimensioni, non registrate, senza standard di qualità e non sottoposte a controlli, spesso sono poco organizzati (ad esempio per mancanza di tecnologia ma anche per cultura) e i rifiuti vengono gestiti non in conformità con gli standard europei con conseguente danneggiamento per clima e ambiente.
- La UE non è ancora strutturata per gestire tutta la plastica che viene utilizzata e raccolta pur avendo fatto notevoli passi avanti con l’introduzione di nuove direttive per gli imballaggi e il Regolamento sulla spedizione dei rifiuti. Allo stato attuale delle cose solo circa il 75% della plastica raccolta viene gestita “in casa”.
Come viene utilizzata la plastica raccolta e riciclata?
Innumerevoli sono gli utilizzi che se ne possono fare.
Qui di seguito alcuni degli impieghi più comuni:
- Imballaggi e contenitori: bottiglie e/o sacchetti e pellicole
- Prodotti tessili: abbigliamento (il PET riciclato può essere trasformato in fibre sintetiche, come il poliestere, che vengono poi utilizzate per produrre vestiti, scarpe e accessori), tessuti tecnici (tappeti, tende, tappezzerie, e imbottiture per mobili o automobili)
- Materiali edili: pannelli isolanti, pavimentazioni e rivestimenti, tubazioni e materiali da costruzione
- Prodotti per l’arredo urbano e giardino: mobili da giardino (sedie, tavoli e panchine per esterni), attrezzature per parchi giochi (scivoli, altalene o altre strutture per parchi giochi)
- Pavimentazioni per campi sportivi
- Prodotti automobilistici: componenti interni (pannelli delle portiere, cruscotti o rivestimenti dei sedili), componenti esterni (paraurti o rivestimenti)
- Oggetti di uso comune: giocattoli, utensili da cucina, contenitori, vasi per piante
Sono molti gli utilizzi che si possono fare della plastica riciclata.
Qualche resistenza all’utilizzo è legata alla possibile presenza di rischi per la salute umana, rischi che tuttavia quasi si annullano se il riciclo, e il successivo utilizzo del prodotto ottenuto, viene gestito secondo le norme vigenti. Oltre a ciò bisogna considerare gli effetti positivi indiretti che l’uso della plastica riciclata ha sulla salute umana.
Benefici che inevitabilmente si legano a quelli ambientali. Effetti quali:
- La riduzione dell’uso di risorse naturali grazie alla diminuzione dell’estrazione di petrolio (utilizzando più plastica riciclata si riduce la domanda per nuova plastica, per produrre la quale è necessaria estrazione di petrolio) e al risparmio di energia (la produzione di plastica vergine richiede molta più energia rispetto alla lavorazione della plastica riciclata)
- La riduzione delle emissioni di gas serra sia in termini di emissioni legate alla produzione (riciclare la plastica richiede meno energia e genera minori emissioni rispetto a produrre nuova plastica) sia in riferimento al minor quantitativo di prodotto destinato a incenerimento e/o discariche
- La riduzione dei rifiuti plastici e dell’inquinamento (meno plastica destinata alle discariche e meno inquinamento nei mari)
- La promozione dell’economia circolare in termini di utilizzo di materiali già esistenti e di conseguenza minore richiesta di materie prime vergini
- La stimolazione di innovazione e occupazione. Stanno nascendo e si stanno sviluppando nuove tecnologie per il riciclo e per l’utilizzo del prodotto ottenuto, così come si assiste alla nascita di nuovi posti di lavoro legati all’industria del riciclaggio.
- La riduzione degli impatti sulla salute umana grazie alla riduzione delle microplastiche e delle sostanze tossiche disperse nell’ambiente
Quanto sopra, facendo bene all’ambiente fa conseguentemente bene alla specie umana sia a livello di salute che a livello sociale.
Come già espresso in altre occasioni, tutto è interconnesso.
Non si può pensare di affrontare una situazione senza avere conseguenze in altri ambiti.
Facendo bene ci sono buone possibilità che il bene si propaghi ma è necessario agire mantenendo una visione a 360°.
Quando si approcciano progetti legati al mondo della sostenibilità essere affiancati da un team di professionisti consente, oltre che di potersi avvalere dell’esperienza di personale specializzato, di non avere una mono-visione ma di vedere da diverse angolazioni trasformando, quando possibile, il progetto monodirezionale in un progetto che abbraccia diversi aspetti della vita aziendale ottenendo in questo modo benefici diversificati a vantaggio di tutti.