Sostenibilità, trasparenza e tracciabilità della filiera: è su questo trinomio che il settore agroalimentare spinge l’acceleratore per conquistare la fiducia dei consumatori, desiderosi di ricevere sempre maggiori informazioni e garanzie in merito alla qualità e alla provenienza dei prodotti che arrivano sulla tavola.
Un’esigenza legittima che non può e non deve in alcun modo essere trascurata, specialmente se consideriamo lo scenario nel quale si inserisce l’eccellenza italiana dell’agrifood. Parliamo di un contesto difficile, nel quale le minacce della contraffazione rappresentano una sfida quotidiana, in cui a farne le spese sono la reputazione e l’identità dei marchi.
Certificare l’origine e la qualità di ogni prodotto, controllando ogni passaggio lungo l’intera filiera produttiva, diventa quindi una priorità.
Falso Made in Italy e Italian sounding: due fenomeni che mettono a rischio la credibilità della filiera
A porre ulteriore attenzione su questo delicato tema ci ha pensato Coldiretti, evidenziando un dato più che allarmante: nell’ultimo decennio, all’interno del comparto agroalimentare, il fenomeno del falso Made in Italy nel mondo ha registrato un’impennata record del 70%, per un valore complessivo di oltre 100 miliardi di euro.
Dati che suonano come un campanello d’allarme e sono figli di un inaudito atto di pirateria alimentare nel quale è stato effettuato un uso improprio di denominazioni, ricette e immagini per etichettare prodotti che, però, nulla hanno a che spartire con le tipicità e con il sistema produttivo tricolore.
Fonte: www.agrifoodmonitor.it
A questo discorso si affianca l’italian sounding, un fenomeno tristemente assai diffuso che sfrutta nomi dal suono italiano per commercializzare con maggiore facilità nel mercato estero imitazioni di prodotti enogastronomici nostrani: attualmente, oltre due prodotti su tre venduti nel mondo con etichetta “Made in Italy” sono falsi.
Blockchain e digitalizzazione dei processi per garantire la trasparenza della filiera, debellare la contraffazione e rendere sicuro lo scambio di dati
La natura complessa e insidiosa di questo panorama impone alle imprese dell’agrifood un netto cambio di rotta, che includa azioni decisive ed incisive volte a contrastare contraffazione, sprechi, inefficienze e mancanza di sicurezza nello scambio di dati sensibili tra le parti.
Ed è proprio per affrontare e vincere queste importanti sfide che il settore agroalimentare ha progressivamente spalancato le porte alla digitalizzazione. Un numero sempre crescente di aziende ha adottato soluzioni tecnologiche per garantire la tracciabilità dei prodotti e la trasparenza della filiera produttiva, una tra le più antiche, complesse e articolate.
Fonte: new.siemens.com
Proprio la natura lunga e composita delle moderne catene distributive, unita ad un cattivo coordinamento dei diversi player di settore, ha alimentato negativamente la distanza comunicativa tra il produttore e il consumatore.
Una tendenza preoccupante, responsabile di una minore consapevolezza e fiducia in ambito alimentare, che ha spinto le imprese dell’agrifood verso l’adozione di soluzioni digitalizzate come la blockchain.
Dal campo alla tavola in un click grazie alla blockchain
Sedersi a tavola e sapere in tempo reale tutti i dettagli relativi alla provenienza degli alimenti e delle bevande che stiamo per consumare. Ma anche conoscere i passaggi dell’intera catena produttiva, che hanno portato quel prodotto nel nostro piatto, diventa una priorità.
Informazioni sull’azienda produttrice, sullo stoccaggio, sul trasporto, sui processi di lavorazione, disegnano una carta d’identità che identifica e valorizza quel determinato prodotto: a rendere possibile una realtà così specifica e priva di opacità è la blockchain, altrimenti denominata “catena dei blocchi”.
Il comparto agroalimentare sta affidando a questa tecnologia 4.0 la digitalizzazione dei suoi processi, constatando ricadute più che positive su tutti gli attori coinvolti a vario titolo nella filiera.
Ma quali sono i fattori che rendono affidabile la blockchain? E perchè le imprese dell’agrifood dovrebbero implementare questa tecnologia?
La sua struttura basata su quattro solidi pilastri – trasparenza, sicurezza, decentralizzazione e immutabilità – permette di gestire e di garantire la provenienza e l’autenticità delle informazioni collegate ai prodotti e alle materie prime grazie alla condivisione degli archivi e alla non reversibilità dei dati registrati.
Come in una sorta di libro mastro, ciascun blocco è univoco e corrisponde a una transazione specifica (archiviata e verificata) effettuata dai player della catena distributiva, che non può essere né modificata né annullata. La natura inalterabile intrinseca del registro riduce dunque la possibilità di frodi, garantendo la sicurezza delle informazioni: prezzi, date di scadenza, ingredienti e origine delle materie prime diventano dati immodificabili, con il vantaggio di una tracciabilità dei prodotti pressoché immediata.
Implementare la blockchain: i vantaggi per le imprese dell’agrifood
La corretta implementazione della blockchain porta risultati tangibili alle imprese dell’agroalimentare, fungendo da leva per consentirgli un vantaggio in termini di competitività all’interno dello scenario internazionale:
- Sistemi della filiera più trasparenti ed efficienti
- Operazioni di tracciabilità meno complesse
- Transazioni commerciali e processi di conformità automatizzati, più efficienti e snelli, al di fuori del controllo di una piattaforma o istituzione centralizzata
- Documentazione dematerializzata
- Garanzia di autenticità dei prodotti grazie a codici identificativi univoci all’interno della blockchain e conseguente diminuzione della contraffazione
- Diminuzione delle frodi grazie a pagamenti più sicuri
- Tracciamento automatizzato e sicuro di ogni passaggio della catena di approvvigionamento (produttore, distributore, rivenditore). Un processo che evita il rischio di manomissioni e smarrimenti, rendendo immediato il ritiro di lotti non conformi
La blockchain fa da trait d’union tra l’utente finale e il set di informazioni contenuto nei “blocchi”, rendendolo accessibile tramite una semplice scansione del codice QR presente sul prodotto.
I risvolti positivi derivanti dall’implementazione della blockchain sottolineano il successo di una filiera trasparente, che consente al consumatore di acquistare in maniera più consapevole.
Fonte: www.agrifoodtech.com
Promuovere un mercato alimentare di questo tipo accorcia le distanze tra le imprese di settore e una fetta di acquirenti sempre più ampia, magari più giovane e attenta alle tematiche green legate alla sostenibilità.
Un comportamento che, spesso, si traduce in azioni concrete, come la predisposizione a una spesa maggiore destinata all’acquisto di prodotti autentici, realizzati in modo etico e sostenibile.
La filiera agroalimentare diventa sempre più smart portando con sé un evidente vantaggio competitivo a favore delle piccole e medie imprese che, integrando la tecnologia blockchain, rafforzano la propria brand awareness, aiutando il consumatore a scegliere consapevolmente e responsabilmente il prodotto di quel marchio.
BluDev® e food passport® di Farzati Tech a garanzia di una correttezza dei dati contenuti nella blockchain
Un sistema efficace, quello della blockchain, che sancisce l’ingresso delle imprese del comparto agrifood nella smart agricolture.
Un’era caratterizzata da un’evoluzione digitale in costante crescita nella quale, però, non mancano dubbi e perplessità.
Perché se è vero che la blockchain garantisce la sicurezza, la distribuzione e l’inalterabilità dei dati, come possiamo essere altrettanto certi che le informazioni di base contenute nei blocchi siano corrette?
Farzati Tech risponde proprio a questo interrogativo attraverso BluDev® e food passport®, due strumenti che certificano l’informazione di partenza,
così da garantire senza dubbio alcuno l’origine di un prodotto o della materia prima di cui si compone.
BluDev® crea una bio impronta digitale univoca (BFP – Bio Finger Print) associata ad ogni prodotto, attraverso un processo di campionamento con dispositivi di scansione fisico-chimica (BIO SCAN). Le informazioni rilevate, archiviate in un database distribuito che sfrutta i capisaldi della blockchain, rispecchiano le caratteristiche di attendibilità, immutabilità e sicurezza.
La mappatura biochimica e molecolare del prodotto creata da BluDev® ottiene così una condizione di inalterabilità perché registrata su blockchain e che permetterà di tracciare e rintracciare il prodotto lungo l’intera filiera, per tutto il suo ciclo di vita.
BluDev® lavora di concerto con food passport®, un vero e proprio passaporto digitale del cibo disponibile per qualsiasi tipo di prodotto alimentare, solido liquido o in polvere, e consultabile tramite App.
La piattaforma, alla quale il consumatore ha accesso tramite codice QR,
raccoglie caratteristiche e valori per ciascun prodotto, consentendo la consultazione di informazioni validate e certificate da enti ed Istituzioni di certificazione e blockchain. food passport® è quindi sinonimo di garanzia sulla qualità di filiera, inglobando in sé, inoltre, tutte le informazioni gestite dai produttori che applicano il sistema BluDev®.
Consulenza e Risorse al servizio del tuo progetto di tracciabilità agrifood
Solo attraverso una corretta implementazione della tecnologia blockchain è possibile contribuire in maniera efficace alla valorizzazione del rapporto di fiducia fra le parti interessate. Imprese di diversi settori hanno optato per forme di partnership in modo da accelerare i processi di acquisizione per avvicinarsi ed integrare in modo proficuo e sostenibile la blockchain.
Consulenza e Risorse, anche grazie all’alleanza strategica stretta con Farzati Tech, vuole rispondere a questa necessità.
Grazie allo sviluppo di soluzioni su misura per la tracciabilità agrifood, attiviamo partnership tra la tua impresa, centri di ricerca, start up innovative e università.
Insieme possiamo gettare le basi per la costruzione del tuo progetto di tracciabilità agrifood organizzando workshop on demand, business model e prove di fattibilità per garantire il successo del tuo progetto.
Sostenibilità, trasparenza e tracciabilità della filiera: è su questo trinomio che il settore agroalimentare spinge l’acceleratore per conquistare la fiducia dei consumatori, desiderosi di ricevere sempre maggiori informazioni e garanzie in merito alla qualità e alla provenienza dei prodotti che arrivano sulla tavola.
Un’esigenza legittima che non può e non deve in alcun modo essere trascurata, specialmente se consideriamo lo scenario nel quale si inserisce l’eccellenza italiana dell’agrifood. Parliamo di un contesto difficile, nel quale le minacce della contraffazione rappresentano una sfida quotidiana, in cui a farne le spese sono la reputazione e l’identità dei marchi.
Certificare l’origine e la qualità di ogni prodotto, controllando ogni passaggio lungo l’intera filiera produttiva, diventa quindi una priorità.
Falso Made in Italy e Italian sounding: due fenomeni che mettono a rischio la credibilità della filiera
A porre ulteriore attenzione su questo delicato tema ci ha pensato Coldiretti, evidenziando un dato più che allarmante: nell’ultimo decennio, all’interno del comparto agroalimentare, il fenomeno del falso Made in Italy nel mondo ha registrato un’impennata record del 70%, per un valore complessivo di oltre 100 miliardi di euro.
Dati che suonano come un campanello d’allarme e sono figli di un inaudito atto di pirateria alimentare nel quale è stato effettuato un uso improprio di denominazioni, ricette e immagini per etichettare prodotti che, però, nulla hanno a che spartire con le tipicità e con il sistema produttivo tricolore.
Fonte: www.agrifoodmonitor.it
A questo discorso si affianca l’italian sounding, un fenomeno tristemente assai diffuso che sfrutta nomi dal suono italiano per commercializzare con maggiore facilità nel mercato estero imitazioni di prodotti enogastronomici nostrani: attualmente, oltre due prodotti su tre venduti nel mondo con etichetta “Made in Italy” sono falsi.
Blockchain e digitalizzazione dei processi per garantire la trasparenza della filiera, debellare la contraffazione e rendere sicuro lo scambio di dati
La natura complessa e insidiosa di questo panorama impone alle imprese dell’agrifood un netto cambio di rotta, che includa azioni decisive ed incisive volte a contrastare contraffazione, sprechi, inefficienze e mancanza di sicurezza nello scambio di dati sensibili tra le parti.
Ed è proprio per affrontare e vincere queste importanti sfide che il settore agroalimentare ha progressivamente spalancato le porte alla digitalizzazione. Un numero sempre crescente di aziende ha adottato soluzioni tecnologiche per garantire la tracciabilità dei prodotti e la trasparenza della filiera produttiva, una tra le più antiche, complesse e articolate.
Fonte: new.siemens.com
Proprio la natura lunga e composita delle moderne catene distributive, unita ad un cattivo coordinamento dei diversi player di settore, ha alimentato negativamente la distanza comunicativa tra il produttore e il consumatore.
Una tendenza preoccupante, responsabile di una minore consapevolezza e fiducia in ambito alimentare, che ha spinto le imprese dell’agrifood verso l’adozione di soluzioni digitalizzate come la blockchain.
Dal campo alla tavola in un click grazie alla blockchain
Sedersi a tavola e sapere in tempo reale tutti i dettagli relativi alla provenienza degli alimenti e delle bevande che stiamo per consumare. Ma anche conoscere i passaggi dell’intera catena produttiva, che hanno portato quel prodotto nel nostro piatto, diventa una priorità.
Informazioni sull’azienda produttrice, sullo stoccaggio, sul trasporto, sui processi di lavorazione, disegnano una carta d’identità che identifica e valorizza quel determinato prodotto: a rendere possibile una realtà così specifica e priva di opacità è la blockchain, altrimenti denominata “catena dei blocchi”.
Il comparto agroalimentare sta affidando a questa tecnologia 4.0 la digitalizzazione dei suoi processi, constatando ricadute più che positive su tutti gli attori coinvolti a vario titolo nella filiera.
Ma quali sono i fattori che rendono affidabile la blockchain? E perchè le imprese dell’agrifood dovrebbero implementare questa tecnologia?
La sua struttura basata su quattro solidi pilastri – trasparenza, sicurezza, decentralizzazione e immutabilità – permette di gestire e di garantire la provenienza e l’autenticità delle informazioni collegate ai prodotti e alle materie prime grazie alla condivisione degli archivi e alla non reversibilità dei dati registrati.
Come in una sorta di libro mastro, ciascun blocco è univoco e corrisponde a una transazione specifica (archiviata e verificata) effettuata dai player della catena distributiva, che non può essere né modificata né annullata. La natura inalterabile intrinseca del registro riduce dunque la possibilità di frodi, garantendo la sicurezza delle informazioni: prezzi, date di scadenza, ingredienti e origine delle materie prime diventano dati immodificabili, con il vantaggio di una tracciabilità dei prodotti pressoché immediata.
Implementare la blockchain: i vantaggi per le imprese dell’agrifood
La corretta implementazione della blockchain porta risultati tangibili alle imprese dell’agroalimentare, fungendo da leva per consentirgli un vantaggio in termini di competitività all’interno dello scenario internazionale:
- Sistemi della filiera più trasparenti ed efficienti
- Operazioni di tracciabilità meno complesse
- Transazioni commerciali e processi di conformità automatizzati, più efficienti e snelli, al di fuori del controllo di una piattaforma o istituzione centralizzata
- Documentazione dematerializzata
- Garanzia di autenticità dei prodotti grazie a codici identificativi univoci all’interno della blockchain e conseguente diminuzione della contraffazione
- Diminuzione delle frodi grazie a pagamenti più sicuri
- Tracciamento automatizzato e sicuro di ogni passaggio della catena di approvvigionamento (produttore, distributore, rivenditore). Un processo che evita il rischio di manomissioni e smarrimenti, rendendo immediato il ritiro di lotti non conformi
La blockchain fa da trait d’union tra l’utente finale e il set di informazioni contenuto nei “blocchi”, rendendolo accessibile tramite una semplice scansione del codice QR presente sul prodotto.
I risvolti positivi derivanti dall’implementazione della blockchain sottolineano il successo di una filiera trasparente, che consente al consumatore di acquistare in maniera più consapevole.
Fonte: www.agrifoodtech.com
Promuovere un mercato alimentare di questo tipo accorcia le distanze tra le imprese di settore e una fetta di acquirenti sempre più ampia, magari più giovane e attenta alle tematiche green legate alla sostenibilità.
Un comportamento che, spesso, si traduce in azioni concrete, come la predisposizione a una spesa maggiore destinata all’acquisto di prodotti autentici, realizzati in modo etico e sostenibile.
La filiera agroalimentare diventa sempre più smart portando con sé un evidente vantaggio competitivo a favore delle piccole e medie imprese che, integrando la tecnologia blockchain, rafforzano la propria brand awareness, aiutando il consumatore a scegliere consapevolmente e responsabilmente il prodotto di quel marchio.
BluDev® e food passport® di Farzati Tech a garanzia di una correttezza dei dati contenuti nella blockchain
Un sistema efficace, quello della blockchain, che sancisce l’ingresso delle imprese del comparto agrifood nella smart agricolture.
Un’era caratterizzata da un’evoluzione digitale in costante crescita nella quale, però, non mancano dubbi e perplessità.
Perché se è vero che la blockchain garantisce la sicurezza, la distribuzione e l’inalterabilità dei dati, come possiamo essere altrettanto certi che le informazioni di base contenute nei blocchi siano corrette?
Farzati Tech risponde proprio a questo interrogativo attraverso BluDev® e food passport®, due strumenti che certificano l’informazione di partenza,
così da garantire senza dubbio alcuno l’origine di un prodotto o della materia prima di cui si compone.
BluDev® crea una bio impronta digitale univoca (BFP – Bio Finger Print) associata ad ogni prodotto, attraverso un processo di campionamento con dispositivi di scansione fisico-chimica (BIO SCAN). Le informazioni rilevate, archiviate in un database distribuito che sfrutta i capisaldi della blockchain, rispecchiano le caratteristiche di attendibilità, immutabilità e sicurezza.
La mappatura biochimica e molecolare del prodotto creata da BluDev® ottiene così una condizione di inalterabilità perché registrata su blockchain e che permetterà di tracciare e rintracciare il prodotto lungo l’intera filiera, per tutto il suo ciclo di vita.
BluDev® lavora di concerto con food passport®, un vero e proprio passaporto digitale del cibo disponibile per qualsiasi tipo di prodotto alimentare, solido liquido o in polvere, e consultabile tramite App.
La piattaforma, alla quale il consumatore ha accesso tramite codice QR,
raccoglie caratteristiche e valori per ciascun prodotto, consentendo la consultazione di informazioni validate e certificate da enti ed Istituzioni di certificazione e blockchain. food passport® è quindi sinonimo di garanzia sulla qualità di filiera, inglobando in sé, inoltre, tutte le informazioni gestite dai produttori che applicano il sistema BluDev®.
Consulenza e Risorse al servizio del tuo progetto di tracciabilità agrifood
Solo attraverso una corretta implementazione della tecnologia blockchain è possibile contribuire in maniera efficace alla valorizzazione del rapporto di fiducia fra le parti interessate. Imprese di diversi settori hanno optato per forme di partnership in modo da accelerare i processi di acquisizione per avvicinarsi ed integrare in modo proficuo e sostenibile la blockchain.
Consulenza e Risorse, anche grazie all’alleanza strategica stretta con Farzati Tech, vuole rispondere a questa necessità.
Grazie allo sviluppo di soluzioni su misura per la tracciabilità agrifood, attiviamo partnership tra la tua impresa, centri di ricerca, start up innovative e università.
Insieme possiamo gettare le basi per la costruzione del tuo progetto di tracciabilità agrifood organizzando workshop on demand, business model e prove di fattibilità per garantire il successo del tuo progetto.