Black friday ed economia circolare oppure comprare, comprare, comprare.
Il consumismo, strettamente legato ai cambiamenti sociali, economici e tecnologici che si sono susseguiti nel tempo, è passato da un focus sulle necessità materiali a un fenomeno complesso che coinvolge emozioni, aspirazioni e ideologie.
Nato nel periodo pre-industriale come fenomeno marginale, legato alle esigenze di base (la produzione era principalmente artigianale e le persone acquistavano beni destinati alla necessità immediate, lasciando poco spazio all’acquisto di beni non essenziali), si è trasformato in una parte centrale della società moderna, influenzando stili di vita, valori culturali e politiche economiche.
Supportato in prima battuta dal marketing e dalla pubblicità, che con l’utilizzo di psicologia e sociologia influenzano i desideri dei consumatori, ha avuto una forte spinta da internet (siti e-commerce, influencer, pubblicità mirata). Non farsi fagocitare dal consumismo è diventato, nel tempo, sempre più difficile.
Oggi stiamo vivendo una nuova fase, forse spinti dal periodo storico nel quale stiamo vivendo. Il consumismo si è trasformato in
- Consumismo esperienziale: Molti consumatori preferiscono spendere per esperienze (viaggi, eventi, ristoranti) piuttosto che per beni materiali.
- Consumismo consapevole: C’è una crescente attenzione alla sostenibilità, con un maggiore interesse per il riutilizzo, il riciclo e gli acquisti etici.
- Fast fashion e consumismo veloce: Tuttavia, industrie come quella della moda continuano a incoraggiare consumi rapidi e usa-e-getta.
- Economia circolare: La diffusione di modelli come il noleggio o la rivendita (es. Vinted, Depop) sfida il consumismo tradizionale.
Siamo, evidentemente, in un momento di transizione, in cui convivono consumismo sfrenato e movimenti che lo mettono in discussione, come il minimalismo o la sostenibilità.
In tutto questo dove si colloca il Black Friday?
Intanto un po’ di storia. La “moda” del Black Friday ha origine negli Stati Uniti, dove questa giornata si celebra tradizionalmente il venerdì successivo al Giorno del Ringraziamento (Thanksgiving), che cade il quarto giovedì di novembre.
L’espressione “Black Friday” è apparsa per la prima volta a Philadelphia negli anni ’50-60.
Venne usata dalla polizia locale per descrivere il traffico intenso e il caos causato dai consumatori che si riversavano nei negozi per lo shopping natalizio il giorno dopo il Thanksgiving.
Negli anni ’80, il termine assunse una connotazione più positiva, legata al fatto che molte aziende passavano dai conti “in rosso” (perdite) ai conti “in nero” (profitti), grazie all’incremento delle vendite.
Tra il 2010-2015 il Black Friday si è diffuso anche in Europa e in altri paesi grazie a colossi come Amazon e altri rivenditori internazionali, diventando un fenomeno globale.
Oggi, il Black Friday non è più limitato a un solo giorno: molti rivenditori offrono promozioni per l’intera settimana o il mese di novembre, creando quello che viene spesso definito “Black Month”.
Come impatta il Black Friday sulle vendite?
Essendo uno dei periodi di vendita più intensi dell’anno ha un impatto significativo sulle vendite mensili, specialmente per i settori retail ed e-commerce, grazie alle promozioni e agli sconti che attirano milioni di consumatori.
Per alcune aziende, il Black Friday può generare oltre il 20-30% delle vendite mensili in soli pochi giorni. Sono prevalentemente le vendite online a crescere in modo esponenziale e durante il Black Friday molte aziende vedono aumenti anche del 50-100% rispetto al normale.
Spinti da pubblicità martellante, promesse di eccezionali promozioni e irripetibili scontistiche siamo spinti ad acquistare…anche ciò che in realtà non ci serve.
E quindi cosa accade dopo?
Uno sguardo veloce al “reso”
Nel post Black Friday il tasso di reso relativo agli acquisti effettuati varia a seconda della categoria e della modalità di acquisto, ma in generale si rileva un aumento rispetto al resto dell’anno.
Circa il 7% degli acquirenti europei effettua più resi rispetto al solito durante il Black Friday. Nel settore moda, i resi sono particolarmente comuni, con il 44,7% causati da problemi di taglia e il 37% per prodotti non conformi alle aspettative. La UK Commerce Association ha registrato un più 143% di reso dei prodotti nei giorni dopo il Black Friday.
Questi numeri sono effetto diretto del consumismo intensivo associato a eventi come il Black Friday, in cui l’impulso all’acquisto può portare a decisioni poco ponderate.
Possiamo quindi dire che il Black Friday impatta sulla sostenibilità?
Sicuramente possiamo vedere un impatto diretto sull’ambiente causato da
- una maggiore produzione (quindi maggior utilizzo di materie prime)
- aumento dei trasporti per le consegne (quindi maggiori emissioni di CO2)
- maggior produzione di rifiuti dati dal packaging dei resi o dal non rimettere in vendita il prodotto restituito
Ci sono però anche impatti “nascosti” (o che facciamo finta di non vedere) legati al sociale.
Derivano dallo sfruttamento del lavoro attuato da chi, volendo offrire prezzi sempre più bassi e soddisfare la domanda elevata, applica condizioni di lavoro difficili per i dipendenti delle catene di produzione e distribuzione, soprattutto nei paesi in via di sviluppo.
Si può contrastare l’impatto sulla sostenibilità?
Passare a modelli di consumo più etici e consapevoli può mitigarne gli effetti negativi.
Remare contro e non farsi travolgere da pubblicità, intelligenza artificiale che crea offerte cucite su misura per ciascuno di noi e offerte economiche irripetibili è possibile.
Si stanno diffondendo un po’ ovunque iniziative come il Green Friday.
Incoraggiano consumi più consapevoli o donazioni, oltre che il supporto a modelli di economia circolare (riuso, riparazione, scambi).
Da anni si festeggia il Buy nothing day (la giornata del non acquisto), creato dall’artista Ted Dave e promosso dalla rivista e organizzazione non-profit Adbusters , che incoraggia le persone a non fare acquisti per un giorno come protesta contro il consumismo
Altre azioni possono essere fatte.
Ad esempio
- Sensibilizzare i consumatori sull’impatto delle loro scelte e incoraggiare acquisti di qualità anziché quantità.
- Favorire piattaforme di seconda mano o il noleggio, riducendo la domanda di prodotti nuovi.
- Implementare processi di produzione sostenibili e limitare gli sconti aggressivi che incentivano acquisti non necessari.
Tutti possono fare qualcosa, sia a livello personale che di imprese o di istituzioni.
Se da un lato il Black Friday rappresenta un’opportunità economica, dall’altro evidenzia sfide critiche per la sostenibilità globale.
Black friday ed economia circolare oppure comprare, comprare, comprare.
Il consumismo, strettamente legato ai cambiamenti sociali, economici e tecnologici che si sono susseguiti nel tempo, è passato da un focus sulle necessità materiali a un fenomeno complesso che coinvolge emozioni, aspirazioni e ideologie.
Nato nel periodo pre-industriale come fenomeno marginale, legato alle esigenze di base (la produzione era principalmente artigianale e le persone acquistavano beni destinati alla necessità immediate, lasciando poco spazio all’acquisto di beni non essenziali), si è trasformato in una parte centrale della società moderna, influenzando stili di vita, valori culturali e politiche economiche.
Supportato in prima battuta dal marketing e dalla pubblicità, che con l’utilizzo di psicologia e sociologia influenzano i desideri dei consumatori, ha avuto una forte spinta da internet (siti e-commerce, influencer, pubblicità mirata). Non farsi fagocitare dal consumismo è diventato, nel tempo, sempre più difficile.
Oggi stiamo vivendo una nuova fase, forse spinti dal periodo storico nel quale stiamo vivendo. Il consumismo si è trasformato in
- Consumismo esperienziale: Molti consumatori preferiscono spendere per esperienze (viaggi, eventi, ristoranti) piuttosto che per beni materiali.
- Consumismo consapevole: C’è una crescente attenzione alla sostenibilità, con un maggiore interesse per il riutilizzo, il riciclo e gli acquisti etici.
- Fast fashion e consumismo veloce: Tuttavia, industrie come quella della moda continuano a incoraggiare consumi rapidi e usa-e-getta.
- Economia circolare: La diffusione di modelli come il noleggio o la rivendita (es. Vinted, Depop) sfida il consumismo tradizionale.
Siamo, evidentemente, in un momento di transizione, in cui convivono consumismo sfrenato e movimenti che lo mettono in discussione, come il minimalismo o la sostenibilità.
In tutto questo dove si colloca il Black Friday?
Intanto un po’ di storia. La “moda” del Black Friday ha origine negli Stati Uniti, dove questa giornata si celebra tradizionalmente il venerdì successivo al Giorno del Ringraziamento (Thanksgiving), che cade il quarto giovedì di novembre.
L’espressione “Black Friday” è apparsa per la prima volta a Philadelphia negli anni ’50-60.
Venne usata dalla polizia locale per descrivere il traffico intenso e il caos causato dai consumatori che si riversavano nei negozi per lo shopping natalizio il giorno dopo il Thanksgiving.
Negli anni ’80, il termine assunse una connotazione più positiva, legata al fatto che molte aziende passavano dai conti “in rosso” (perdite) ai conti “in nero” (profitti), grazie all’incremento delle vendite.
Tra il 2010-2015 il Black Friday si è diffuso anche in Europa e in altri paesi grazie a colossi come Amazon e altri rivenditori internazionali, diventando un fenomeno globale.
Oggi, il Black Friday non è più limitato a un solo giorno: molti rivenditori offrono promozioni per l’intera settimana o il mese di novembre, creando quello che viene spesso definito “Black Month”.
Come impatta il Black Friday sulle vendite?
Essendo uno dei periodi di vendita più intensi dell’anno ha un impatto significativo sulle vendite mensili, specialmente per i settori retail ed e-commerce, grazie alle promozioni e agli sconti che attirano milioni di consumatori.
Per alcune aziende, il Black Friday può generare oltre il 20-30% delle vendite mensili in soli pochi giorni. Sono prevalentemente le vendite online a crescere in modo esponenziale e durante il Black Friday molte aziende vedono aumenti anche del 50-100% rispetto al normale.
Spinti da pubblicità martellante, promesse di eccezionali promozioni e irripetibili scontistiche siamo spinti ad acquistare…anche ciò che in realtà non ci serve.
E quindi cosa accade dopo?
Uno sguardo veloce al “reso”
Nel post Black Friday il tasso di reso relativo agli acquisti effettuati varia a seconda della categoria e della modalità di acquisto, ma in generale si rileva un aumento rispetto al resto dell’anno.
Circa il 7% degli acquirenti europei effettua più resi rispetto al solito durante il Black Friday. Nel settore moda, i resi sono particolarmente comuni, con il 44,7% causati da problemi di taglia e il 37% per prodotti non conformi alle aspettative. La UK Commerce Association ha registrato un più 143% di reso dei prodotti nei giorni dopo il Black Friday.
Questi numeri sono effetto diretto del consumismo intensivo associato a eventi come il Black Friday, in cui l’impulso all’acquisto può portare a decisioni poco ponderate.
Possiamo quindi dire che il Black Friday impatta sulla sostenibilità?
Sicuramente possiamo vedere un impatto diretto sull’ambiente causato da
- una maggiore produzione (quindi maggior utilizzo di materie prime)
- aumento dei trasporti per le consegne (quindi maggiori emissioni di CO2)
- maggior produzione di rifiuti dati dal packaging dei resi o dal non rimettere in vendita il prodotto restituito
Ci sono però anche impatti “nascosti” (o che facciamo finta di non vedere) legati al sociale.
Derivano dallo sfruttamento del lavoro attuato da chi, volendo offrire prezzi sempre più bassi e soddisfare la domanda elevata, applica condizioni di lavoro difficili per i dipendenti delle catene di produzione e distribuzione, soprattutto nei paesi in via di sviluppo.
Si può contrastare l’impatto sulla sostenibilità?
Passare a modelli di consumo più etici e consapevoli può mitigarne gli effetti negativi.
Remare contro e non farsi travolgere da pubblicità, intelligenza artificiale che crea offerte cucite su misura per ciascuno di noi e offerte economiche irripetibili è possibile.
Si stanno diffondendo un po’ ovunque iniziative come il Green Friday.
Incoraggiano consumi più consapevoli o donazioni, oltre che il supporto a modelli di economia circolare (riuso, riparazione, scambi).
Da anni si festeggia il Buy nothing day (la giornata del non acquisto), creato dall’artista Ted Dave e promosso dalla rivista e organizzazione non-profit Adbusters , che incoraggia le persone a non fare acquisti per un giorno come protesta contro il consumismo
Altre azioni possono essere fatte.
Ad esempio
- Sensibilizzare i consumatori sull’impatto delle loro scelte e incoraggiare acquisti di qualità anziché quantità.
- Favorire piattaforme di seconda mano o il noleggio, riducendo la domanda di prodotti nuovi.
- Implementare processi di produzione sostenibili e limitare gli sconti aggressivi che incentivano acquisti non necessari.
Tutti possono fare qualcosa, sia a livello personale che di imprese o di istituzioni.
Se da un lato il Black Friday rappresenta un’opportunità economica, dall’altro evidenzia sfide critiche per la sostenibilità globale.