Come ben saprai la blockchain non è più solo appannaggio dei bitcoin e del settore fintech.
Abbiamo visto che aziende del calibro di Walmart, Nestlè e Dole hanno avviato piattaforme blockchain per efficientare la supply chain e la logistica.
Sono sorti dei consorzi formati da aziende e istituzioni finanziarie come Corda, Quora e Hyperledger, a cui appartengono anche importanti realtà italiane come Intesa San Paolo e Poste Italiane.
Pwc riporta uno studio condotto da Gartner in cui si afferma che nel 2017 l’82% delle applicazioni blockchain nel 2017 era nel settore finanziario, ma già nel 2018 questo valore è sceso al 46%.
Diverse aziende, inoltre, hanno ottenuto dei brevetti in merito alle applicazioni blockchain sviluppate. A tal proposito una ricerca fatta da Thomson Reuters ha sottolineato che dal 2016 al 2017 il numero dei brevetti è triplicato, da 134 a 406. E la Cina ne detiene il 56%, in assoluto il paese che ne ha di più.
Quindi blockchain si o blockchain no? In altre parole è giunto il momento, anche per la tua azienda di iniziare un progetto blockchain?
In un precedente articolo ti abbiamo fornito una panoramica dei progetti blockchain in Italia e fornito alcuni esempi delle sfide che le imprese devono affrontare per implementarla. In questo post approfondiremo quest’ultimo aspetto nell’ottica di aiutarti a capire quali domande dovresti porti prima di intraprendere un progetto sulla blockchain.
Blockchain: domande e risposte
La blockchain, come molte innovazioni precedenti, quando si è diffusa presso il grande pubblico ha generato stupore e grandi aspettative.
Contestualmente all’evoluzione dell’ecosistema blockchain e della sua sempre maggiore presenza nei vari settori industriali, stanno insorgendo nuovi problemi e sfide da affrontare. Andiamo ad analizzare quelli di maggiore interesse e che sollevano più dubbi.
È difficile infatti smentire l’affermazione che diventare abili nella ideazione e conservazione di tutti questi numeri e sigle non solo è una necessità per la nostra sopravvivenza digitale ma è l’unico modo per usare in sicurezza i nostri social, il nostro cellulare e la nostra carta di credito.
Le valute crypto possono stare nei nostri pc o nei nostri telefoni, su delle chiavette tipo le USB o nei “mitici” exchange, proviamo ad analizzare uno per uno questi sistemi.
Quanto conosciamo la tecnologia Blockchain?
Uno dei principali ostacoli per le aziende che vogliono iniziare un progetto blockchain è la conoscenza dell’apparato tecnologico e del suo funzionamento.
La blockchain è un’architettura peer to peer come i torrent, ma a differenza di questi ultimi si basa su un registro pubblico distribuito e decentralizzato.
Già questa breve frase porta con sé concetti due concetti, la distribuzione e la decentralizzazione, relativamente poco conosciuti perfino da diversi sviluppatori. Ne consegue che molte aziende si ritrovano ad avere non solo i manager, ma anche il reparto IT impreparato ad accogliere questa tecnologia e a sfruttarne appieno le possibilità.
A tal proposito ci sono alcune domande che dovresti porti:
- Quali imprese stanno intraprendendo progetti blockchain nel mio settore? Stanno avendo successo? Se, si perchè? Oppure se no, perché? In entrambi i casi è molto importante analizzare i casi d’uso, per capire che cosa funziona e che cosa no e come migliorarlo.
- In che modo i miei competitor parlano della blockchain? C’è ancora spazio per progetti blockchain nel mio settore?
- In che modo penso di applicarla alla mia impresa?
- In che modo posso aumentare il livello di conoscenza della blockchain a livello aziendale? Desidero formare il reparto IT? O preferisco introdurre nuove leve già formate che diffondano le conoscenze tecnologiche? E per quanto riguarda i manager?
Come puoi gestire la blockchain a livello organizzativo?
Nel paragrafo precedente abbiamo fatto un accenno al registro distribuito, di cosa si tratta?
La rete di blocchi non si appoggia su un unico database centrale, ma crea un network di computer (detti anche nodi della rete) che possiedono tutti gli stessi dati e le stesse transazioni. Quindi tanti database uguali distribuiti su tutti i nodi della rete.
Più la rete è estesa, più la blockchain è sicura e performante, questo quantomeno a livello teorico. Per sua stessa natura è pensata per più organizzazioni/imprese che la utilizzano o per risolvere problemi comuni o raggiungere uno stesso obiettivo.
Quello che invece sta accadendo, fatta eccezione per i consorzi, è il sorgere di una pletora di piattaforme e soluzioni diverse che non rispondono a standard comuni.
In pratica un panorama frammentato, dove le aziende invece che collaborare, cercano di primeggiare l’una sull’altra. Ciò comporta reti piccole, che rischiano di non riuscire a comunicare fra loro e a non sfruttare appieno i benefici del registro distribuito.
Che cosa dovresti chiederti come azienda che vuole iniziare un progetto blockchain?
- La mia azienda condivide delle problematiche o dei goal comuni con altre imprese dello stesso settore?
- Ci sono ostacoli rilevanti che potrebbero impedirci di cooperare?
- Siamo in grado di porci in posizione di azienda leader della rete blockchain?
- Quante imprese servono affinchè la blockchain apporti miglioramenti al’interno del mercato di riferimento?
La blockchain cambia il modo di fare business?
Le blockchain permissionless sono architetture peer to peer dove tutti i nodi della rete possiedono le stesse informazioni e hanno gli stessi privilegi e responsabilità. Le nuove transazioni vengono approvate secondo la regola del consenso distribuito, a cui tutti i membri della rete possono partecipare.
Ciò comporta una gestione del business non gerarchica, ma egualitaria.
Questo aspetto sconvolge completamente le gestioni e le regole di business a cui siamo abituati. La blockchain prevede, però, anche la formazioni di reti permissioned.
L’inserimento di un nuovo dato non dipende dal consenso distribuito, ma solo dall’intervento di un numero limitato di nodi, chiamati trusted. Se il trusted è un singolo soggetto, si parla di reti private. Se sono più di uno, è un consortium.
Nelle blokchain permissioned è anche possibile stabilire delle regole di accesso e dei limiti informativi. Non tutti possiedono le stesse informazioni. Queste reti mantengono quindi una gerarchia e non portano alla totale disintermediazione. I cambiamenti sono meno drastici, ma rimane comunque la necessità di collaborazione fra i vari attori della rete.
Anche nel caso in cui decidessi di optare per un progetto blockchain permissioned, dovresti porti alcune domande:
- Quali aree della mia azienda saranno maggiormente influenzate dall’introduzione della blockchain?
- In che modo questa tecnologia cambierà gli assetti organizzativi, i processi aziendali e la governance?
- E soprattutto, i cambiamenti apportati dalla blokchain apporteranno un vantaggio competitivo alla mia azienda? Creeranno valore e profitto?
Limiti della Blockchain: scalabilità e dispendio di energia
Come abbiamo anticipato, più il network è grande più è sicuro. Questo perché ogni volta che che viene approvata una nuova transazione è automaticamente distribuita su tutti i nodi della rete. Ne consegue che se un hacker vuole attaccare la blockchain deve trovare e colpire contemporaneamente la maggior parte dei computer. E più sono, più il compito tenderà ad essere impossibile.
In linea teorica questo sistema è perfetto, ma nella pratica si stanno riscontrando problemi di scalabilità della rete. Le blockchain più famose, come i Bitcoin ed Ethereum, hanno ormai raggiunto un numero elevato di utenti e necessitano di transazioni immediate.
Il punto è proprio questo, la velocità delle transazioni associato a un notevole dispendio di energia computazionale.
Da un lato i blocchi hanno delle dimensioni predefinite, ormai insufficienti per i bisogni della rete, dall’altro il regime del consenso richiede tempo e capacità di calcolo elevate.
Blocchi di dimensioni insufficienti
Per quanto riguarda il problema dimensionale sono state proposte due soluzioni la Bitcoin Unlimited e Segwit. Sono entrambi due rimedi che risolvono solo parzialmente il problema.
Per una trattazione più esaustiva ti rimandiamo all’articolo: Blockchain in Italia: quali sono le opportunità e sfide per le imprese?
Modalità per validare le transazioni
La questione del dispendio di energia dipende invece dal sistema utilizzato per ottenere il consenso distribuito.
Il sistema di approvazione tipico è il Proof of Work. Per poter verificare e validare una transazione i nodi della rete vengono messi in competizione tra loro. Devono risolvere complessi problemi matematici e il primo nodo che risolve un problema viene remunerato in criptovalute.
E’ quindi necessaria una notevole potenza computazionale che provoca dispendio di energia e di tempo. I nodi che partecipano al consenso vengono chiamati miner (minatori).
Per ovviare a questo problema sono state pensate nuove soluzioni e la più accreditata è il Proof of Stake.
Nel Proof of Stake i nodi non devono più svolgere operazioni matematiche, ma vengono scelti in base al loro deposito in criptovalute. Quelli che possiedono più token possono concorrere all’approvazione di un nuovo blocco.
In questo caso, non si parla più di miner, ma di forger (validatori). In pratica ogni forger vota favorevolmente o contro l’approvazione del blocco e il peso del suo voto è proporzionale al suo deposito in token. I forger a differenza dei miner non vengono remunerati.
La PoS si basa sul concetto che chi è maggiormente esposto sulla rete, ha anche il maggior interesse a farla funzionare al meglio. Il dispendio di energia è limitato e viene garantito il rispetto per l’ambiente. Tuttavia il sistema è elitario e non tutti possono diventare validatori.
Considera che quando parliamo di problemi di scalabilità, ci riferiamo a reti che hanno raggiunto i milioni di utenti. Per progetti più piccoli le dimensioni dei blocchi tradizionali garantiscono efficienza e relativa velocità nelle transazioni.
L’immutabilità è sempre un vantaggio?
La blockchain è una tecnologia append-only, una volta che un’informazione è stata validata non può più essere cancellata o modificata. Se vuoi correggere un dato o una transazione errata, devi inserire la nuova informazione e validarla in un altro blocco.
Il vantaggio è in termini di trasparenza, con la blockchain puoi sempre visualizzare lo storico delle operazioni. La trasparenza inoltre infonde fiducia negli attori della rete, soprattutto per processi aziendali complessi come la gestione della logistica o del magazzino.
Può essere uno svantaggio se hai la necessità di cancellare alcuni dati, ad esempio per ragioni legali. Per questo prima di iniziare un progetto blockchain è importante chiedersi dove può essere applicata.
Iniziare un progetto Blockchain: sicurezza e privacy
Nelle applicazioni come i Bitcoin le transazioni sono legate al portafoglio, mentre gli smart contract sono collegati alle persone che li stipulano. E questo fa sorgere dubbi sull’effettiva sicurezza e soprattutto sulla privacy.
La sicurezza della rete blockchain è garantita da un sistema a doppia chiave crittografica utilizzato per codificare le transazioni. Ad ogni transazione viene assegnato un codice identificativo alfanumerico univoco. Il sistema è poi rafforzato dalla natura decentralizzata della rete.
Per ora nessuno è riuscito ad attaccare e a trafugare le reti blockchain:
Ciò non toglie che sono reti complesse da strutturare e devono essere modellate in base al livello di privacy che si vuole ottenere.
E’ pertanto opportuno chiedersi:
- Quanto è importante la privacy per la mia impresa?
- Voglio fare una rete permissionless o permissioned? Chi può avere accesso a tutte le informazioni del registro distribuito?
- I miei clienti sono favorevoli all’introduzione della blockchain?
A tal proposito considera che se la applichi ad esempio alla supply chain, i consumatori finale sono parte integrante della catena. Per questo è opportuno fare analisi preliminari presso i clienti, per capire il livello di gradimento e di conoscenza.
Blockchain e istituzioni
Le istituzioni governative da un lato tentano faticosamente di rimanere al passo con le nuove tecnologie, dall’altro fungono da ammortizzatori e da garanti di ultima istanza nelle crisi economiche e finanziarie.
Le applicazioni blockchain hanno iniziato ad operare al di fuori di qualsiasi contesto normativo. Consentono inoltre di fare transazioni direttamente tra gli acquirenti, senza necessità di terze parti che fanno da garanti.
Questo aspetto è un vantaggio in termini di abbattimento dei costi delle transazioni, ma l’insorgere di una crisi può avere un impatto maggiore sui membri della rete. Proprio perché non ci sono le istituzioni a fare da scudo.
Si ipotizzando di fare lavorare la blockchain all’interno della struttura normativa. Ciò implica che tutti i regolatori dei vari settori industriali devono aver ben chiaro il funzionamento della blockchain e il loro impatto su imprese e consumatori.
Possibili domande a cui dare risposta:
- In che modo le normative attuali influiscono sull’implementazione della blockchain?
- Quali aspetti non stanno ancora regolamentando?
- Quali informazioni devo condividere con le istituzioni?
- In che modo devo cooperare con le istituzioni per portare la blockchain sul mercato?
Blockchain e autenticazione delle merci scambiate
Il concetto di bene o merce scambiata viene inteso nel suo senso più ampio, ovvero rientra in questa definizione qualsiasi bene o servizio tangibile o intangibile oggetto di una transazione commerciale.
In quali casi l’autenticazione può essere fondamentale?
Per chiarirci facciamo un esempio e consideriamo i medicinali, il cibo e beni di lusso.
La tecnologia blockchain è in grado di integrarsi con altre tecnologie come ad esempio i chip crittografati, creando un sistema di smart tagging in cui ad ogni bene è assegnato un codice alfanumerico che si trova non solo sulla merce, similmente al codice a barre, ma è registrato e convalidato all’interno della rete blockchain.
Alcuni consigli per iniziare un progetto Blockchain
Fino ad ora abbiamo parlato dei principali dubbi e delle domande che dovresti porti prima di decidere di implementare la blockchain. In questo paragrafo faremo un breve riassunto dei concetti espressi, dandoti alcuni consigli sulle azioni da fare prima e durante l’avviamento del progetto blockchain.
Azioni da fare prima del progetto
Sia che tu decida di avviare una piattaforma blockchain o di aspettare è bene attivare alcune azioni preventive, che ti aiutino a capire qual è il giusto momento per agire.
- Come prima cosa dovresti iniziare a capire in quali settori o per quali processi industriali, si sta maggiormente investendo in blockchain;
- Identificare le opportunità non ancora sfruttate;
- Iniziare a farsi un’idea della complessità che potrebbe avere una piattaforma blockchain adatta alla tua aziende. Capire chi e quanti sono gli stakeholders coinvolti;
- Fatte queste tre azioni, dovresti avere un’idea più chiara circa l’avanzamento delle reti blockchain e le possibili evoluzioni;
- Se dopo questa analisi, pensi che la blockchain possa creare valore per la tua azienda, dovresti accertarti.
Azioni da fare nella fase di avviamento
Una volta che hai deciso di intraprendere un progetto blockchain, devi iniziare a pensare alle caratteristiche funzionali della rete. E fare un’analisi di fattibilità.
Nel frattempo accertati di avere il personale qualificato. E in caso contrario decidere se procedere prima con la formazione o affidarti a consulenti esterni e affrontare la formazione in sede di implementazione del progetto.
Ora vediamo quali altri azioni potresti attivare in fase di avviamento del progetto.
Dovresti cercare di mitigare i rischi. Ad esempio facendo dei test sul funzionamento della tecnologia, sulla capacità di gestire i processi in cui è coinvolta e sull’usabilità.
Ovvero se è facilmente utilizzabile dai dipendenti dell’azienda;
Cerca di capire quali potrebbero essere i maggiori rischi e di avere una soluzione alternativa. Nel caso in cui la prima non fosse praticabile;
Oltre alla tecnologia dovresti pensare a pianificare o comunque includere gli aspetti legali ed eventuali tasse. E’ vero che non c’è ancora una normativa che delinei punto per punto gli aspetti delle tecnologie DLT (distributed ledger).
Tuttavia in Italia è stato approvato da poco il Decreto Semplificazioni, che riconosce la blockchain e gli smart contract all’interno dell’ordinamento e ne dà una definizione. Si stanno muovendo i primi passi e dovresti rimanere informato:
Capire in che modo integrare la blockchain con le tecnologie già presenti in azienda.
Se sei interessato a saperne di più sulla blockchain (possibili implementazioni e aspetti tecnici) puoi consultare la nostra guida.
Considerazioni finali
Come avrai capito le domande e i dubbi sulla blockchain sono molteplici e di varia natura. Quelli che abbiamo riportato in questo articolo sono i trend principali, quelli a cui molte aziende che stanno implementando la blockchain, stanno cercando di rispondere.
Le possibili applicazioni di questa nuova tecnologia sono molte e molte ne devono ancora arrivare. Alcuni studi, come quello di Gartner, citato nell’introduzione hanno fatto delle proiezioni sulla futura creazione di valore della blockchain.
Gartner stima che per il 2025 il mercato delle DLT supererà i 175 $ miliardi e potrebbe raggiungere 3$ triliardi entro il 2030.
Al di là delle stime, è abbastanza chiaro che la blockchain non sembra un fenomeno del momento e che non è destinata a scomparire nel breve periodo.
Uno dei punti focali è capire se allo stato di sviluppo attuale può portare benefici alla tua azienda. Se può rendere alcuni processi più efficienti, sicuri e meno soggetti all’errore umano.
Entrare nel mercato della blockchain ora può generare paure e perplessità, ma offre al contempo diversi vantaggi:
Stanno nascendo sempre più casi d’uso, molti dei quali sviluppati in open source. Quindi facilmente reperibili, per essere studiati e analizzati;
E’ una tecnologia agli inizi e il mercato non è saturo. C’è molto spazio per nuove idee ed implementazioni.
Se desideri intraprendere un progetto blockchain o se hai qualche dubbio a cui non abbiamo risposto, scarica la nostra guida oppure contattaci tramite questo form.
Come ben saprai la blockchain non è più solo appannaggio dei bitcoin e del settore fintech.
Abbiamo visto che aziende del calibro di Walmart, Nestlè e Dole hanno avviato piattaforme blockchain per efficientare la supply chain e la logistica.
Sono sorti dei consorzi formati da aziende e istituzioni finanziarie come Corda, Quora e Hyperledger, a cui appartengono anche importanti realtà italiane come Intesa San Paolo e Poste Italiane.
Pwc riporta uno studio condotto da Gartner in cui si afferma che nel 2017 l’82% delle applicazioni blockchain nel 2017 era nel settore finanziario, ma già nel 2018 questo valore è sceso al 46%.
Diverse aziende, inoltre, hanno ottenuto dei brevetti in merito alle applicazioni blockchain sviluppate. A tal proposito una ricerca fatta da Thomson Reuters ha sottolineato che dal 2016 al 2017 il numero dei brevetti è triplicato, da 134 a 406. E la Cina ne detiene il 56%, in assoluto il paese che ne ha di più.
Quindi blockchain si o blockchain no? In altre parole è giunto il momento, anche per la tua azienda di iniziare un progetto blockchain?
In un precedente articolo ti abbiamo fornito una panoramica dei progetti blockchain in Italia e fornito alcuni esempi delle sfide che le imprese devono affrontare per implementarla. In questo post approfondiremo quest’ultimo aspetto nell’ottica di aiutarti a capire quali domande dovresti porti prima di intraprendere un progetto sulla blockchain.
Blockchain: domande e risposte
La blockchain, come molte innovazioni precedenti, quando si è diffusa presso il grande pubblico ha generato stupore e grandi aspettative.
Contestualmente all’evoluzione dell’ecosistema blockchain e della sua sempre maggiore presenza nei vari settori industriali, stanno insorgendo nuovi problemi e sfide da affrontare. Andiamo ad analizzare quelli di maggiore interesse e che sollevano più dubbi.
È difficile infatti smentire l’affermazione che diventare abili nella ideazione e conservazione di tutti questi numeri e sigle non solo è una necessità per la nostra sopravvivenza digitale ma è l’unico modo per usare in sicurezza i nostri social, il nostro cellulare e la nostra carta di credito.
Le valute crypto possono stare nei nostri pc o nei nostri telefoni, su delle chiavette tipo le USB o nei “mitici” exchange, proviamo ad analizzare uno per uno questi sistemi.
Quanto conosciamo la tecnologia Blockchain?
Uno dei principali ostacoli per le aziende che vogliono iniziare un progetto blockchain è la conoscenza dell’apparato tecnologico e del suo funzionamento.
La blockchain è un’architettura peer to peer come i torrent, ma a differenza di questi ultimi si basa su un registro pubblico distribuito e decentralizzato.
Già questa breve frase porta con sé concetti due concetti, la distribuzione e la decentralizzazione, relativamente poco conosciuti perfino da diversi sviluppatori. Ne consegue che molte aziende si ritrovano ad avere non solo i manager, ma anche il reparto IT impreparato ad accogliere questa tecnologia e a sfruttarne appieno le possibilità.
A tal proposito ci sono alcune domande che dovresti porti:
- Quali imprese stanno intraprendendo progetti blockchain nel mio settore? Stanno avendo successo? Se, si perchè? Oppure se no, perché? In entrambi i casi è molto importante analizzare i casi d’uso, per capire che cosa funziona e che cosa no e come migliorarlo.
- In che modo i miei competitor parlano della blockchain? C’è ancora spazio per progetti blockchain nel mio settore?
- In che modo penso di applicarla alla mia impresa?
- In che modo posso aumentare il livello di conoscenza della blockchain a livello aziendale? Desidero formare il reparto IT? O preferisco introdurre nuove leve già formate che diffondano le conoscenze tecnologiche? E per quanto riguarda i manager?
Come puoi gestire la blockchain a livello organizzativo?
Nel paragrafo precedente abbiamo fatto un accenno al registro distribuito, di cosa si tratta?
La rete di blocchi non si appoggia su un unico database centrale, ma crea un network di computer (detti anche nodi della rete) che possiedono tutti gli stessi dati e le stesse transazioni. Quindi tanti database uguali distribuiti su tutti i nodi della rete.
Più la rete è estesa, più la blockchain è sicura e performante, questo quantomeno a livello teorico. Per sua stessa natura è pensata per più organizzazioni/imprese che la utilizzano o per risolvere problemi comuni o raggiungere uno stesso obiettivo.
Quello che invece sta accadendo, fatta eccezione per i consorzi, è il sorgere di una pletora di piattaforme e soluzioni diverse che non rispondono a standard comuni.
In pratica un panorama frammentato, dove le aziende invece che collaborare, cercano di primeggiare l’una sull’altra. Ciò comporta reti piccole, che rischiano di non riuscire a comunicare fra loro e a non sfruttare appieno i benefici del registro distribuito.
Che cosa dovresti chiederti come azienda che vuole iniziare un progetto blockchain?
- La mia azienda condivide delle problematiche o dei goal comuni con altre imprese dello stesso settore?
- Ci sono ostacoli rilevanti che potrebbero impedirci di cooperare?
- Siamo in grado di porci in posizione di azienda leader della rete blockchain?
- Quante imprese servono affinchè la blockchain apporti miglioramenti al’interno del mercato di riferimento?
La blockchain cambia il modo di fare business?
Le blockchain permissionless sono architetture peer to peer dove tutti i nodi della rete possiedono le stesse informazioni e hanno gli stessi privilegi e responsabilità. Le nuove transazioni vengono approvate secondo la regola del consenso distribuito, a cui tutti i membri della rete possono partecipare.
Ciò comporta una gestione del business non gerarchica, ma egualitaria.
Questo aspetto sconvolge completamente le gestioni e le regole di business a cui siamo abituati. La blockchain prevede, però, anche la formazioni di reti permissioned.
L’inserimento di un nuovo dato non dipende dal consenso distribuito, ma solo dall’intervento di un numero limitato di nodi, chiamati trusted. Se il trusted è un singolo soggetto, si parla di reti private. Se sono più di uno, è un consortium.
Nelle blokchain permissioned è anche possibile stabilire delle regole di accesso e dei limiti informativi. Non tutti possiedono le stesse informazioni. Queste reti mantengono quindi una gerarchia e non portano alla totale disintermediazione. I cambiamenti sono meno drastici, ma rimane comunque la necessità di collaborazione fra i vari attori della rete.
Anche nel caso in cui decidessi di optare per un progetto blockchain permissioned, dovresti porti alcune domande:
- Quali aree della mia azienda saranno maggiormente influenzate dall’introduzione della blockchain?
- In che modo questa tecnologia cambierà gli assetti organizzativi, i processi aziendali e la governance?
- E soprattutto, i cambiamenti apportati dalla blokchain apporteranno un vantaggio competitivo alla mia azienda? Creeranno valore e profitto?
Limiti della Blockchain: scalabilità e dispendio di energia
Come abbiamo anticipato, più il network è grande più è sicuro. Questo perché ogni volta che che viene approvata una nuova transazione è automaticamente distribuita su tutti i nodi della rete. Ne consegue che se un hacker vuole attaccare la blockchain deve trovare e colpire contemporaneamente la maggior parte dei computer. E più sono, più il compito tenderà ad essere impossibile.
In linea teorica questo sistema è perfetto, ma nella pratica si stanno riscontrando problemi di scalabilità della rete. Le blockchain più famose, come i Bitcoin ed Ethereum, hanno ormai raggiunto un numero elevato di utenti e necessitano di transazioni immediate.
Il punto è proprio questo, la velocità delle transazioni associato a un notevole dispendio di energia computazionale.
Da un lato i blocchi hanno delle dimensioni predefinite, ormai insufficienti per i bisogni della rete, dall’altro il regime del consenso richiede tempo e capacità di calcolo elevate.
Blocchi di dimensioni insufficienti
Per quanto riguarda il problema dimensionale sono state proposte due soluzioni la Bitcoin Unlimited e Segwit. Sono entrambi due rimedi che risolvono solo parzialmente il problema.
Per una trattazione più esaustiva ti rimandiamo all’articolo: Blockchain in Italia: quali sono le opportunità e sfide per le imprese?
Modalità per validare le transazioni
La questione del dispendio di energia dipende invece dal sistema utilizzato per ottenere il consenso distribuito.
Il sistema di approvazione tipico è il Proof of Work. Per poter verificare e validare una transazione i nodi della rete vengono messi in competizione tra loro. Devono risolvere complessi problemi matematici e il primo nodo che risolve un problema viene remunerato in criptovalute.
E’ quindi necessaria una notevole potenza computazionale che provoca dispendio di energia e di tempo. I nodi che partecipano al consenso vengono chiamati miner (minatori).
Per ovviare a questo problema sono state pensate nuove soluzioni e la più accreditata è il Proof of Stake.
Nel Proof of Stake i nodi non devono più svolgere operazioni matematiche, ma vengono scelti in base al loro deposito in criptovalute. Quelli che possiedono più token possono concorrere all’approvazione di un nuovo blocco.
In questo caso, non si parla più di miner, ma di forger (validatori). In pratica ogni forger vota favorevolmente o contro l’approvazione del blocco e il peso del suo voto è proporzionale al suo deposito in token. I forger a differenza dei miner non vengono remunerati.
La PoS si basa sul concetto che chi è maggiormente esposto sulla rete, ha anche il maggior interesse a farla funzionare al meglio. Il dispendio di energia è limitato e viene garantito il rispetto per l’ambiente. Tuttavia il sistema è elitario e non tutti possono diventare validatori.
Considera che quando parliamo di problemi di scalabilità, ci riferiamo a reti che hanno raggiunto i milioni di utenti. Per progetti più piccoli le dimensioni dei blocchi tradizionali garantiscono efficienza e relativa velocità nelle transazioni.
L’immutabilità è sempre un vantaggio?
La blockchain è una tecnologia append-only, una volta che un’informazione è stata validata non può più essere cancellata o modificata. Se vuoi correggere un dato o una transazione errata, devi inserire la nuova informazione e validarla in un altro blocco.
Il vantaggio è in termini di trasparenza, con la blockchain puoi sempre visualizzare lo storico delle operazioni. La trasparenza inoltre infonde fiducia negli attori della rete, soprattutto per processi aziendali complessi come la gestione della logistica o del magazzino.
Può essere uno svantaggio se hai la necessità di cancellare alcuni dati, ad esempio per ragioni legali. Per questo prima di iniziare un progetto blockchain è importante chiedersi dove può essere applicata.
Iniziare un progetto Blockchain: sicurezza e privacy
Nelle applicazioni come i Bitcoin le transazioni sono legate al portafoglio, mentre gli smart contract sono collegati alle persone che li stipulano. E questo fa sorgere dubbi sull’effettiva sicurezza e soprattutto sulla privacy.
La sicurezza della rete blockchain è garantita da un sistema a doppia chiave crittografica utilizzato per codificare le transazioni. Ad ogni transazione viene assegnato un codice identificativo alfanumerico univoco. Il sistema è poi rafforzato dalla natura decentralizzata della rete.
Per ora nessuno è riuscito ad attaccare e a trafugare le reti blockchain:
Ciò non toglie che sono reti complesse da strutturare e devono essere modellate in base al livello di privacy che si vuole ottenere.
E’ pertanto opportuno chiedersi:
- Quanto è importante la privacy per la mia impresa?
- Voglio fare una rete permissionless o permissioned? Chi può avere accesso a tutte le informazioni del registro distribuito?
- I miei clienti sono favorevoli all’introduzione della blockchain?
A tal proposito considera che se la applichi ad esempio alla supply chain, i consumatori finale sono parte integrante della catena. Per questo è opportuno fare analisi preliminari presso i clienti, per capire il livello di gradimento e di conoscenza.
Blockchain e istituzioni
Le istituzioni governative da un lato tentano faticosamente di rimanere al passo con le nuove tecnologie, dall’altro fungono da ammortizzatori e da garanti di ultima istanza nelle crisi economiche e finanziarie.
Le applicazioni blockchain hanno iniziato ad operare al di fuori di qualsiasi contesto normativo. Consentono inoltre di fare transazioni direttamente tra gli acquirenti, senza necessità di terze parti che fanno da garanti.
Questo aspetto è un vantaggio in termini di abbattimento dei costi delle transazioni, ma l’insorgere di una crisi può avere un impatto maggiore sui membri della rete. Proprio perché non ci sono le istituzioni a fare da scudo.
Si ipotizzando di fare lavorare la blockchain all’interno della struttura normativa. Ciò implica che tutti i regolatori dei vari settori industriali devono aver ben chiaro il funzionamento della blockchain e il loro impatto su imprese e consumatori.
Possibili domande a cui dare risposta:
- In che modo le normative attuali influiscono sull’implementazione della blockchain?
- Quali aspetti non stanno ancora regolamentando?
- Quali informazioni devo condividere con le istituzioni?
- In che modo devo cooperare con le istituzioni per portare la blockchain sul mercato?
Blockchain e autenticazione delle merci scambiate
Il concetto di bene o merce scambiata viene inteso nel suo senso più ampio, ovvero rientra in questa definizione qualsiasi bene o servizio tangibile o intangibile oggetto di una transazione commerciale.
In quali casi l’autenticazione può essere fondamentale?
Per chiarirci facciamo un esempio e consideriamo i medicinali, il cibo e beni di lusso.
La tecnologia blockchain è in grado di integrarsi con altre tecnologie come ad esempio i chip crittografati, creando un sistema di smart tagging in cui ad ogni bene è assegnato un codice alfanumerico che si trova non solo sulla merce, similmente al codice a barre, ma è registrato e convalidato all’interno della rete blockchain.
Alcuni consigli per iniziare un progetto Blockchain
Fino ad ora abbiamo parlato dei principali dubbi e delle domande che dovresti porti prima di decidere di implementare la blockchain. In questo paragrafo faremo un breve riassunto dei concetti espressi, dandoti alcuni consigli sulle azioni da fare prima e durante l’avviamento del progetto blockchain.
Azioni da fare prima del progetto
Sia che tu decida di avviare una piattaforma blockchain o di aspettare è bene attivare alcune azioni preventive, che ti aiutino a capire qual è il giusto momento per agire.
- Come prima cosa dovresti iniziare a capire in quali settori o per quali processi industriali, si sta maggiormente investendo in blockchain;
- Identificare le opportunità non ancora sfruttate;
- Iniziare a farsi un’idea della complessità che potrebbe avere una piattaforma blockchain adatta alla tua aziende. Capire chi e quanti sono gli stakeholders coinvolti;
- Fatte queste tre azioni, dovresti avere un’idea più chiara circa l’avanzamento delle reti blockchain e le possibili evoluzioni;
- Se dopo questa analisi, pensi che la blockchain possa creare valore per la tua azienda, dovresti accertarti.
Azioni da fare nella fase di avviamento
Una volta che hai deciso di intraprendere un progetto blockchain, devi iniziare a pensare alle caratteristiche funzionali della rete. E fare un’analisi di fattibilità.
Nel frattempo accertati di avere il personale qualificato. E in caso contrario decidere se procedere prima con la formazione o affidarti a consulenti esterni e affrontare la formazione in sede di implementazione del progetto.
Ora vediamo quali altri azioni potresti attivare in fase di avviamento del progetto.
Dovresti cercare di mitigare i rischi. Ad esempio facendo dei test sul funzionamento della tecnologia, sulla capacità di gestire i processi in cui è coinvolta e sull’usabilità.
Ovvero se è facilmente utilizzabile dai dipendenti dell’azienda;
Cerca di capire quali potrebbero essere i maggiori rischi e di avere una soluzione alternativa. Nel caso in cui la prima non fosse praticabile;
Oltre alla tecnologia dovresti pensare a pianificare o comunque includere gli aspetti legali ed eventuali tasse. E’ vero che non c’è ancora una normativa che delinei punto per punto gli aspetti delle tecnologie DLT (distributed ledger).
Tuttavia in Italia è stato approvato da poco il Decreto Semplificazioni, che riconosce la blockchain e gli smart contract all’interno dell’ordinamento e ne dà una definizione. Si stanno muovendo i primi passi e dovresti rimanere informato:
Capire in che modo integrare la blockchain con le tecnologie già presenti in azienda.
Se sei interessato a saperne di più sulla blockchain (possibili implementazioni e aspetti tecnici) puoi consultare la nostra guida.
Considerazioni finali
Come avrai capito le domande e i dubbi sulla blockchain sono molteplici e di varia natura. Quelli che abbiamo riportato in questo articolo sono i trend principali, quelli a cui molte aziende che stanno implementando la blockchain, stanno cercando di rispondere.
Le possibili applicazioni di questa nuova tecnologia sono molte e molte ne devono ancora arrivare. Alcuni studi, come quello di Gartner, citato nell’introduzione hanno fatto delle proiezioni sulla futura creazione di valore della blockchain.
Gartner stima che per il 2025 il mercato delle DLT supererà i 175 $ miliardi e potrebbe raggiungere 3$ triliardi entro il 2030.
Al di là delle stime, è abbastanza chiaro che la blockchain non sembra un fenomeno del momento e che non è destinata a scomparire nel breve periodo.
Uno dei punti focali è capire se allo stato di sviluppo attuale può portare benefici alla tua azienda. Se può rendere alcuni processi più efficienti, sicuri e meno soggetti all’errore umano.
Entrare nel mercato della blockchain ora può generare paure e perplessità, ma offre al contempo diversi vantaggi:
Stanno nascendo sempre più casi d’uso, molti dei quali sviluppati in open source. Quindi facilmente reperibili, per essere studiati e analizzati;
E’ una tecnologia agli inizi e il mercato non è saturo. C’è molto spazio per nuove idee ed implementazioni.
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