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IstituzionaliNews

La questione acqua

sostenibilità e acqua

Scegliere come annegare

Il titolo di questo articolo è chiaramente una provocazione.
Vero è che il tema acqua potabile, sostenibilità e acqua, sono un tema che rischia di sommergerci.

Abbandonando per un attimo il must della sostenibilità e quindi non pensando alla scelta etica che ci spinge a non utilizzare bottiglie monouso per ridurre, se non altro, la quantità di rifiuti, possiamo decidere di bere acqua del rubinetto con il dubbio che sia contaminata dai PFAS (se non da feci) oppure optare per l’acqua in bottiglia con la quale il rischio è quello di assumere non solo acqua ma microplastiche.

Sulla base dei dati ISTAT 2023 risulta che più dell’80% della popolazione italiana consuma acqua in bottiglia e che circa il 30% delle famiglie non si fida a bere acqua del rubinetto.
Accantonando per un secondo l’aspetto salute, altro elemento importante, legato alla sostenibilità e acqua, che emerge dalla medesima analisi è la percentuale di perdite idriche totali sulla rete idrica nazionale, circa il 40%.

Sulla base delle statistiche di UNESDA Global Data, l’Italia nel 2022 è al primo posto in Europa, con un consumo pro-capite di 252 litri anno, per il consumo di acqua minerale.

La nostra fiducia nei confronti dell’acqua del rubinetto pare essere irrimediabilmente compromessa eppure ci sono diversi studi, non ultimo il primo rapporto del neonato Centro Nazionale per la Sicurezza delle Acque (CeNSiA) dell’Istituto Superiore di Sanità, che dimostrano che in diverse regioni d’Italia l’acqua potabile è sicura.

Se solo riuscissimo a superare antichi preconcetti potremmo, oltre che ottenere un risparmio in termini di spesa pro capite (una famiglia di tre persone spende approssimativamente 70 euro al mese per l’acquisto di acqua in bottiglia), contribuire considerevolmente alla riduzione della produzione di plastica e, considerando che la percentuale di bottiglie che vengono riciclate è minima, contribuire alla riduzione dell’inquinamento, alla produzione di microplastiche e al danneggiamento degli ecosistemi.

Quindi bottiglie NO, perché:

  • Non essendo biodegradabili restano nell’ambiente a lungo causando considerevoli danni ambientali
  • Se finisce in corsi d’acqua o mare rilasciano microplastiche che, venendo ingerite dalla fauna acquatica, oltre a rappresentare un pericolo per gli animali diventa, come conseguenza del ciclo di alimentazione, un pericolo per l’uomo
  • Per il loro trasporto, fino alle nostre case, viene prodotta ed emessa nell’ambiente una grande quantità di CO2
  • Si corre il rischio, durante la catena di distribuzione, che non vengano ben gestite (ad esempio che vengano lasciate esposte al sole per lunghi tempi) e che per questo rilascino sostanze tossiche per l’uomo
  • Ogni bottiglia di plastica è monouso. Il riutilizzo può portare alla proliferazione di batteri o al rilascio di sostanze nocive per l’uomo

Molti i motivi che dovrebbero convincerci a scegliere l’acqua del rubinetto ma, se proprio non riusciamo a fidarci o se semplicemente siamo tra gli irriducibili della bottiglia, dovremmo impegnarci ad adottare comportamenti volti alla raccolta differenziata per consentire l’aumento di quella percentuale di riciclo che oggi non depone a nostro favore.
Nel 2020 risultava infatti una raccolta differenziata per la plastica pari circa al 65% del totale ma di questa percentuale solo il 30% veniva riciclato, la restante percentuale finiva in discarica o negli inceneritori. Oggi la percentuale di riciclo è migliorata arrivando intorno al 50% ma si tratta di un dato assolutamente da migliorare.

sostenibilità e acqua

Scegliere come annegare

Il titolo di questo articolo è chiaramente una provocazione.
Vero è che il tema acqua potabile è un tema che rischia di sommergerci.

Abbandonando per un attimo il must della sostenibilità e quindi non pensando alla scelta etica che ci spinge a non utilizzare bottiglie monouso per ridurre, se non altro, la quantità di rifiuti, possiamo decidere di bere acqua del rubinetto con il dubbio che sia contaminata dai PFAS (se non da feci) oppure optare per l’acqua in bottiglia con la quale il rischio è quello di assumere non solo acqua ma microplastiche.

Sulla base dei dati ISTAT 2023 risulta che più dell’80% della popolazione italiana consuma acqua in bottiglia e che circa il 30% delle famiglie non si fida a bere acqua del rubinetto.
Accantonando per un secondo l’aspetto salute, altro elemento importante, legato alla sostenibilità, che emerge dalla medesima analisi è la percentuale di perdite idriche totali sulla rete idrica nazionale, circa il 40%.

Sulla base delle statistiche di UNESDA Global Data, l’Italia nel 2022 è al primo posto in Europa, con un consumo pro-capite di 252 litri anno, per il consumo di acqua minerale.

La nostra fiducia nei confronti dell’acqua del rubinetto pare essere irrimediabilmente compromessa eppure ci sono diversi studi, non ultimo il primo rapporto del neonato Centro Nazionale per la Sicurezza delle Acque (CeNSiA) dell’Istituto Superiore di Sanità, che dimostrano che in diverse regioni d’Italia l’acqua potabile è sicura.

Se solo riuscissimo a superare antichi preconcetti potremmo, oltre che ottenere un risparmio in termini di spesa pro capite (una famiglia di tre persone spende approssimativamente 70 euro al mese per l’acquisto di acqua in bottiglia), contribuire considerevolmente alla riduzione della produzione di plastica e, considerando che la percentuale di bottiglie che vengono riciclate è minima, contribuire alla riduzione dell’inquinamento, alla produzione di microplastiche e al danneggiamento degli ecosistemi.

Quindi bottiglie NO, perché:

  • Non essendo biodegradabili restano nell’ambiente a lungo causando considerevoli danni ambientali
  • Se finisce in corsi d’acqua o mare rilasciano microplastiche che, venendo ingerite dalla fauna acquatica, oltre a rappresentare un pericolo per gli animali diventa, come conseguenza del ciclo di alimentazione, un pericolo per l’uomo
  • Per il loro trasporto, fino alle nostre case, viene prodotta ed emessa nell’ambiente una grande quantità di CO2
  • Si corre il rischio, durante la catena di distribuzione, che non vengano ben gestite (ad esempio che vengano lasciate esposte al sole per lunghi tempi) e che per questo rilascino sostanze tossiche per l’uomo
  • Ogni bottiglia di plastica è monouso. Il riutilizzo può portare alla proliferazione di batteri o al rilascio di sostanze nocive per l’uomo

Molti i motivi che dovrebbero convincerci a scegliere l’acqua del rubinetto ma, se proprio non riusciamo a fidarci o se semplicemente siamo tra gli irriducibili della bottiglia, dovremmo impegnarci ad adottare comportamenti volti alla raccolta differenziata per consentire l’aumento di quella percentuale di riciclo che oggi non depone a nostro favore.
Nel 2020 risultava infatti una raccolta differenziata per la plastica pari circa al 65% del totale ma di questa percentuale solo il 30% veniva riciclato, la restante percentuale finiva in discarica o negli inceneritori. Oggi la percentuale di riciclo è migliorata arrivando intorno al 50% ma si tratta di un dato assolutamente da migliorare.